Il soldato fanfarone

"Il soldato fanfarone" , prima scena del primo atto del Miles. In essa troviamo Pirgopolinice si vanta di aver fatto strage di molti nemici e Artotrogo spinge il soldato a sparare le più grosse baggianate. (formato txt) (0 pagine formato txt)

Appunto di epris
ATTO PRIMO Scena prima PIRGOPOLINICE, ARTOTROGO Pirgopolinice.
(agli attendenti). Fate che il mio scudo brilli più lucente di quanto soglion essere lucenti i raggi del sole, allorché è tempo sereno, affinché, quando verrà il momento del bisogno, nel mezzo della mischia, esso scudo abbagli la vista dei nemici in campo. Voglio proprio consolare questa spada, ché non sì lamenti più e non disperi, dato che ormai da lungo tempo la porto senza usarla. Essa, poverina, che smania, di far polpette dei nemici! Ma Artotrogo dov'è Artotrogo. Sta vicino a un valoroso, a un fortunato, a un uomo di bellezza regale, e poi un guerriero. Marte non oserebbe vantare né paragonare il suo valore al tuo.
Pirgopolinice. Intendi alludere a quello che io risparmiai nei campi Gorgoglionici, là dove era duce supremo Bumbomachide, figlio di Clitomestoridisarco e nipote di Nettuno Artotrogo. Me lo ricordo. Evidentemente tu parli di quel guerriero colle armi d'oro, cui disperdesti le legioni con un soffio, come il vento disperde le foglie o la paglia dei tetti. Pirgopolinice. Ma questo è niente, per Polluce! Artotrogo. Veramente è niente tutto questo, in paragone alle altre imprese che ricorderò; (in disparte) e che tu hai mai fatte. Se uno ha visto un uomo più bugiardo o più vanaglorioso di questo qua, mi prenda in sua proprietà, io mi darò a lui come schiavo. C'è questo però da dire: come si mangia bene da matti il pasticcio d'ulive in casa sua! Pirgopolinice. Ma dove diavolo stai Artotrogo. Eccomi. Per Polluce, quell'elefante in India come gli sfracellasti con un pugno il braccio! Pirgopolinice. Che stai dicendo Un braccio Artotrogo. Ma no, volevo dire quell'altra cosa: la coscia. Pirgopolinice. Eppure, avevo colpito senza badarvi! Artotrogo. Per Polluce, se veramente ti fossi sforzato, il tuo braccio gli avrebbe trapassato la cotenna, le viscere e il grugno. Pirgopolinice. Ma non parliamo di queste cose, ora. Artotrogo. Sì: non è il caso che tu mi narri le tue imprese, tanto le conosco. (in disparte) E il ventre che mi procura tutte queste disgrazie: debbo stare ad ascoltarlo, affinché i denti non si allunghino, e debbo approvare tutte le fandonie che racconta. Pirgopolinice. Cosa stavo dicendo Artotrogo. Oh, so bene quel che volevi dire: è accaduto per Ercole! Lo ricordo bene. Pirgopolinice. Ma cosa Artotrogo. Tutto quello che vuoi. Pirgopolinice. Hai Artotrogo. Cerchi le tavolette per scrivere Le ho, e anche lo stilo. Pirgopolinice. E un a meraviglia, come accordi il tuo pensiero col mio! Artotrogo. E giusto che io conosca a fondo le tue abitudini e sia pronto nel fiutare ogni tuo desiderio. Pirgopolinice. E che ricordi Artotrogo. Mi ricordo dei centocinquanta in Cilicia, dei cento in Scitolatronia, dei trenta Sardi, dei sessanta Macedoni; sono g uomini che tu uccidesti in un solo giorno. Pirgopolinice. E in totale quanto fanno Artotrogo. Settemila. Pirgopolinice. Tanto dev'essere. Porti bene il conto. Artotrogo. Non li ho annotati, eppure me li ricordo. Pirgopolinice. H