Varrone Reatino
Vita e opere di Varrone Reatino (3 pagine formato doc)
Marco Terenzio Varrone Reatino e’ il più grande erudito della latinità, insuperato.
Nacque a Rieti nel 116 a.C. e morì, novantenne, nel 27 a.C., l’anno in cui Ottaviano assunse il titolo di “Augustus”. Varrone vide realizzato il trapasso da res publica a principato. Apparteneva ad un famiglia illustre, ricevette ottimi studi, anche ad Atene fra l’84 e l’82 a.C., presso l’Accademia (Antioco di Ascalona e Filone di Larissa), dove apprese la dottrina del probabilismo accademico. Come Cicerone, rifiutò aprioristicamente qualsiasi sistema filosofico chiuso, il dogmatismo, e si accostò all’eclettismo. Nel 78 a.C. intraprese la carriera militare e politica con Pompeo, nella guerra contro Sartorio, e a Pompeo sarà sempre legato, pur criticando aspramente il triumvirato.
E’ conservatore e filo-senato, ma indipendente nei suoi giudizi; descrisse il triumvirato in un satira menippea, chiamandolo trikavranoı (mostro a tre teste). Allo scoppio della guerra civile Varrone si schierò con Pompeo, pensando che potesse salvaguardare la res publica, e combatté in Spagna. Cesare gli incendiò tutte le ville sparse in Italia e dotate di ricchissime biblioteche, ma alla fine della guerra Varrone si arrese in Spagna senza combattere, e ottenne la clemenza e il progetto di una immensa biblioteca pubblica a Roma, interrotto proprio per l’assassinio di Cesare. Dopo le idi di marzo, si salvò da Antonio, benché fosse stato inserito nelle liste di proscrizione.
Si assunse il compito di raccogliere e tramandare tutto il patrimonio culturale del mondo romano. Scrisse una grande quantità di opere, di cui ci sono pervenuti frammenti ed un solo trattato. Tra queste un’autobiografia: De vita sua. Nacque a Rieti nel 116 a.C. e morì, novantenne, nel 27 a.C., l’anno in cui Ottaviano assunse il titolo di “Augustus”. Varrone vide realizzato il trapasso da res publica a principato. Apparteneva ad un famiglia illustre, ricevette ottimi studi, anche ad Atene fra l’84 e l’82 a.C., presso l’Accademia (Antioco di Ascalona e Filone di Larissa), dove apprese la dottrina del probabilismo accademico. Come Cicerone, rifiutò aprioristicamente qualsiasi sistema filosofico chiuso, il dogmatismo, e si accostò all’eclettismo. Nel 78 a.C. intraprese la carriera militare e politica con Pompeo, nella guerra contro Sartorio, e a Pompeo sarà sempre legato, pur criticando aspramente il triumvirato.
E’ conservatore e filo-senato, ma indipendente nei suoi giudizi; descrisse il triumvirato in un satira menippea, chiamandolo trikavranoı (mostro a tre teste). Allo scoppio della guerra civile Varrone si schierò con Pompeo, pensando che potesse salvaguardare la res publica, e combatté in Spagna. Cesare gli incendiò tutte le ville sparse in Italia e dotate di ricchissime biblioteche, ma alla fine della guerra Varrone si arrese in Spagna senza combattere, e ottenne la clemenza e il progetto di una immensa biblioteca pubblica a Roma, interrotto proprio per l’assassinio di Cesare. Dopo le idi di marzo, si salvò da Antonio, benché fosse stato inserito nelle liste di proscrizione.