La figura dell'intellettuale tra il '500 e l'800
Il ruolo dell'intellettuale tra il 500 e l'800 in Italia (1 pagine formato doc)
FIGURA DELL'INTELLETTUALE TRA IL 500 E L'800
La figura dell’intellettuale dal '500 all'800.
La figura dell’intellettuale subisce un progressivo cambiamento dal ‘500 sino all’‘800. Questo mutamento ha origine però, già tempo prima. Nel ‘400 già è possibile delineare le tre tipologie principali d’intellettuale: intellettuale cortigiano, intellettuale funzionario e intellettuale alternativo. Il primo, diffuso soprattutto fino al ‘600, aveva la funzione di costruire il consenso del re. Egli viveva presso la corte ed era completamente sottomesso al sovrano. Esempi d’intellettuale di questo tipo sono Marino e Castiglione, rispettivamente del ‘600 e del ‘500. Marino dedica un suo scritto a Luigi XIII°, ma dichiarando d’essere troppo piccolo e misero per poter rivolgersi direttamente allo straordinario re, lo dedica indirettamente a lui attraverso la madre. Questa dedica è caratterizzata dall’incessante tono ossequioso, adulatorio e da una dichiarazione di modestia che sconfina le servilismo. Castiglione invece delinea il ritratto ideale della corte d’Urbino, parlandone però, come se fosse stata veramente così. Questi sono due esempi di ciò che è la figura del cortigiano.LA FIGURA DELL'INTELLETTUALE NELL'ETA' COMUNALE
Il secondo tipo è quello dell’intellettuale funzionario; egli si adopera per collaborare con lo Stato ricevendo incarichi importanti e pensa di poter aiutare la politica attingendo alla sua cultura. Esempi di tale tipo sono: Dante, nel ‘300 e Macchiavelli, nel ‘500.
Il terzo tipo è quello dell’intellettuale alternativo. Egli era il più “temuto” dai sovrani poiché non si asteneva dal criticare e canzonare il comportamento dei sovrani; questi perciò cercavano di accattivarselo con doni e privilegi. Aretino, ad esempio, da un ritratto della corte completamente opposto a quello di Castiglione. La corte, infatti, assume un’accezione fortemente negativa quale luogo di menzogne ed insidie.
Dal ‘600 l’intellettuale inizia a vivere del suo lavoro, e nel ‘700 con la nascita di nuovi centri di cultura come il caffè, i salotti, e con la nascita del giornale l’intellettuale diviene poligrafo e la cultura inizia ad allargarsi al di fuori della cerchia di uomini colti.
La figura dell'intellettuale nell'Umanesimo
AUTONOMIA DELL'INTELLETTUALE
Beccaria, ad esempio, s’interroga sul problema della diffusione della cultura anche tra ceti non aristocratici. Goldoni parla del problema dei diritti d’autore, e della necessaria indipendenza economica dell’intellettuale per essere tale. L’anonimo, probabilmente Voltaire, riconosce la figura dell’intellettuale in quella del filosofo, in quanto detentore della ragione.
La figura dell’intellettuale è caratterizzata da una preparazione culturale poliedrica e dall’indipendenza economica permessa dal proprio lavoro di scrittore.
Nell’800 compaiono le figure d’intellettuali impegnati come Alfieri e Foscolo, i quali introducono i valori importanti dell’umanità, della ragione, della libertà e della cultura come importante funzione sociale per la crescita umana.