Il mito dell'androgino: significato e spiegazione

Descrizione e contestualizzazione storica della figura dell'androgino nella Francia del XIX secolo: riferimenti agli autori antichi come Ovidio e Platone, l'Ermafrodito, Proust, il Romanticismo, Rousseau, Chateaubriand, Balzac e il dandy (15 pagine formato doc)

Appunto di sakurablumen

MITO DELL'ANDROGINO: SIGNIFICATO E SPIEGAZIONE

Il mito dell’androgino nell’800.

La parola “androgino” deriva da un sostantivo greco composto dalle parole ANDROS (uomo) e GINO (donna) e indica una compresenza di maschile e femminile, un essere partecipe di entrambe le nature sessuali.
Un sinonimo utilizzato in seguito nel tempo è ermafrodito, nome composto che associa i nomi ERMES e AFRODITE poiché il personaggio mitico di Ermafrodito riportava sia le fattezze del padre che della madre (androginia genetica).
Il tema dell’androgino attraversa tutti i secoli, ma sarà un’ossessione nell’800, fino ad essere rivisitato nel 900, dove viene associato al tema del doppio e dell’identità, allo sdoppiamento della personalità, come un essere dalla personalità multipla e in cambiamento (mutante) .
E’ presente in una pluralità di mitologie:
•    Miti cosmogonici
•    Riti d’iniziazione
•    Speculazione filosofica
•    Riflessione letteraria
•    Testo biblico.

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IL SIGNIFICATO DEL MITO DEGLI ANDROGINI

La concezione dell’androgino si presenta in due prospettive antitetiche:
1.    condizione originaria dell’essere (Platone)
2.    condizione raggiunta per metamorfosi (Ovidio, IV libro Metamorfosi)
L’ 800 preferirà la prospettiva di Ovidio per l’ impossibilità di adeguamento ad una categoria ( né maschile né femminile), decretando la fine dell’armonia e sottolineando la maggiore produttività della disarmonia.
L’androgino resta però il luogo e lo spazio della coincidenza degli opposti, simbolo dell’unità, della totalità, la possibile risposta alla domanda “da dove veniamo?”, come rappresentante di una condizione originaria armonica diventa una figura per sedare l’ansia e per sfuggire all’idea di indeterminazione attribuita all’inimmaginabile, una sorta di archetipo per risolvere le contraddizioni.
L’ androgino attraversa i miti di creazione dell’universo ed è nel contesto mitico, filosofico, religioso legato all’idea dell’origine.

Questa idea è fondamentale in tutti i tempi, ogni origine, ogni esordio gode di un prestigio molto alto e lo testimoniano le feste, le cerimonie, gesti significativi che le rendono omaggio, i riti sia religiosi che laici.
L’idea dell’origine dall’origine, come origine assoluta nello spazio e nel tempo è un’idea molto discussa in ambito filosofico.
Secondo Kant questo nostro coltivare l’idea di origine è un’illusione trascendentale legata alla struttura dal nostro ragionare. Nonostante ciò le nostre convinzioni non sono state scalfite e l’androgino risulta come una possibilità di tranquillizzazione,come capo a cui riferirsi,poiché pensare all’origine in termini di equilibrio, armonia, ovvero in termini androgini, ci sottrae all’incertezza, all’indeterminato.
Come una risposta alla domanda “Da dove veniamo?”, l’androgino è lo spazio dove non esiste lotta , conflitto che attraversa tutti i miti cosmogonici (ovvero sull’origine dell’universo).

MITO DELL'ANDROGINO: SPIEGAZIONE

M. Eliade conferma come l’androgino sia una figura portante, attraverso il cosmo primitivo e ne è l’epicentro, l’origine.
Il divino, pure quello che si presenta con un profilo molto maschile o femminile, è in principio androgino.
J.P Vernant, conosciuto per i suoi studi sui miti ( “L’universo dei miti”), parla di un concatenarsi, appunto, dei miti: “Dal caos originario, per auto fecondazione, nascono divinità androgine, che generano a loro volta l’universo”.
Lo stesso caos originario è quindi androgino, perché portatore d’indistinzione.
Presso gli Egizi, i Persiani, i Cinesi, gli dei che erano deputati alla creazione del mondo erano androgini e per autofecondazione generavano.
Concetto che ritorna anche in mitologia greca, ricordato nei secoli anche nei riti e nelle cerimonie iniziatiche dove troviamo un personaggio che rappresenta la divinità, vestito con elementi che rimandano al maschile e al femminile.