Eschilo, Sofocle ed Euripide: analogie e differenze
Analogie e differenze tra i tre tragediografi: Eschilo, Sofocle ed Euripide (7 pagine formato docx)
ESCHILO SOFOCLE ED EURIPIDE: ANALOGIE E DIFFERENZE
Prima di Eschilo nasce Chierico, che prosegue la tradizione tragica, rappresentando 160 tragedie e conseguendo 13 vittorie. Questo numero eccessivo di tragedie sta ad attestare che ormai la tragedia era stata canonizzata, quindi era entrata a pieno nella cultura ateniese. Un altro autore, Frinico, che ottenne un premio tra il 511 e il 508 sembra che sia stato il primo ad introdurre delle figure femminili nelle rappresentazioni. Le sue tragedie erano soprattutto di carattere storico. Nella “Fenice”, messa in scena nel 476 viene celebrata la vittoria di Salamina sui persiani. Il corego era Temistocle, l’eroe che aveva vinto a Salamina. Questa tragedia verrà ripresa da Eschilo nei Persiani. Di Frinico ci sono giunti altri pochi frammenti. Pratina di Friunte è stato il primo a comporre drammi satireschi o comunque a introdurli nei concorsi dionisiaci.Eschilo nasce nel 526 a.C. a Eleusi presso Atene da una famiglia aristocratica. Inizia l’attività di poeta tragico e vince per la prima volta un agone poetico nel 484 a.C. Partecipa alle guerre persiane combattendo nell’esiercito cittadino a Maratona e poi a Salamina. Dopo aver composto i Persiani Eschilo starà alla corte di Gerone, poi torna in patria e dopo la composizione dell’Orestea va in Sicilia dove muore nel 456 a.C. Sulla sua tomba vi è un epigramma scritto da lui stesso.
Drammaturgia di Eschilo, di Sofocle e di Euripide
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Il suo merito fu quello di aver adottato subito delle innovazioni. Egli aumentò il numero di attori da uno a due, rendendo molto più animato il dibattito in senso democratico. Egli ottenne 13 vittorie negli agoni teatrali. Il lessico SUDA gli attribuisce 90 drammi. Ne sopravvivono 7: PERSIANI, SETTE CONTRO TEBE, SUPPLICI, PROMETEO INCATENATO e ORESTEA che si divide in AGAMENNONE, COEFORE, EUMENIDI.
In Eschilo compare il valore di colpa prodotta da un oscfuramento del pensiero e conduce a scelte sconsiderate e criminose. Questa colpa è la ubris, violenza e ate accecamento. Queste trascinano l’uomo alla rovina. Intono al colpevole si muovono le divinità sotterranee, le Erinni che portano alla follia e il demone che sconvolge la mente di una persona. Inoltre vi sono poi gli dei olimpici chiamati a garantirela giustizia che diventa fondamentale. Ma la dike non è la forza che deve regolare i rapporti tra gli uomini nella società, ma una legge che gli dei impongono al mondo e che spiega la casualità della punizione e della colpa. Il suo teatro è impregnato di elementi fantastici e visionari che si traducono in scene di forte emotività capaci di smuovere il pubblico con effetti speciali: fantasmi, allucinazioni, demoni.
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Scrisse il dramma satiresco “IL PROTEO”. Il protagonista è Oreste, figlio di Agamennone e Clitemnestra. Agamennone è sovrano di Argo e fratello di Menelao. C’è poi come argomento l’ira di Artemide, alla quale molti autori danno significati diversi. Secondo Eschilo l’ira è causata dal fatto che molti uomini perderanno la vita andando a combattere a Troia. Secondo Sofocle invece perché Agamennone aveva ucciso un animale sacro ad Artemide. Alla sua ira segue quella di Efigenia figlia di Agamennone e Cliotemnestra, che sarà sacrificata ma Artemide farà scambiare un cervo con lei, facendogli prendere le sembianze della donna. Per questo Artemide sarà contenta.
Il linguaggio di Eschilo è lontano dalla quotidianità per scelta lessicale e strutture sintattiche. C’è una tendenza all’invenzione verbale, neologismi, metafore, epiteti. Adotta anche forme tipiche dello stile arcaico, e le parti corali sono caratterizzate da densità espressiva.
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LE TRAME: I PERSIANI: la scena è ambientata a SUSA, capitale dell’impero persiano. Entra un coro di vecchi, che sono gli unici rimasti da quando Serse condusse la gioventù asiatica a combattere in Grecia. Arriva Atossa, madre di Serse e vedova di Dario che evoca dall’ade l’ombra del defunto re che sopra il suo sepolcro pronuncia un severo giudizio contro il successore colpevole di superbia. Entra un messaggero che riferisce che la flotta persiana èstata annientata dagli ateniesi vicino all’isola di Salamina. La guerra è perduta, Serse è vivo ma sconfitto e umiliato. Entra nella reggia accolto dal lamento del coro con cui si chiude il dramma...
Sofocle. Egli vive per 90 anni. Si pensa che nacque nel 496 a.C a Colono, un demo agreste fra Eleusi e Atene da una famiglia agiata (padre imprenditore) e ricevette un’educazione completa dal punto di vista culturale e sportivo. Mise a frutto questa sua abilità partecipando come attore in 2 tragedie perdute dal titolo TAMIRI e NAUSICA, in una come suonatore di cetra e nell’altra come giocatore di palla. Oltre ad avere questa formazione che lo porterà a scrivere 130 tragedie di cui ne rimangono 7 più un dramma satiresco, egli partecipò alla vita politica e religiosa, rivestendo varie cariche fra cui quella di stratego insieme a pericle nella battaglia di Samo dove avevano debellato la ribellione del popolo di Samo. Gode del favore degli ateniesi, fatto che è attestato da 24 vittorie ottenute negli agoni tragici. Questo favore è imputabile secondo le fonti a una straordinaria personalità, un carattere sereno e aperto e al fatto che ricorpiì cariche importanti in campo religioso: fu sacerdote prima di una divinità locale di entità minore e poi fu scelto per ospitare a casa sua la statua del dio Asclepio quando venne traslata da Epitauro ad Atene in attesa della costruzione del nuovo tempio e perciò Sofocle alla morte ricevette in virtù di questa carica degli onori eroici, oltre che per la fama ottenuta dalle rappresentazioni teatrali. Offuscherà addirittura la fama di Eschilo, che andrà in esilio.