La storia di Ero e Leandro
Analisi del mito di Ero e Leandro nel poeta greco Museo (13 pagine formato doc)
E' un ironia infelice
che a Ero e Leandro, un poema che, come questo
capitolo punta a dimostrare, si impegna centralmente in problemi di
identità, fu dato un posto di primo piano nell'immaginazione
letteraria dell'Europa occidentale durante il Rinascimento, a causa
della totale erronea identificazione del suo autore.
Comunque sia, l'erronea identificazione fece collocare il poeta in una posizione originaria e Ero e Leandro fu usato nelle scuole come introduzione alla letteratura greca. Fu anche il primo o il secondo libro pubblicato da Aldine e Press nel 1494, in cui Museo è acclamato nella prefazione come poeta più antico ( Braden 1978:81 ). C' erano numerose versioni della storia, forse la più celebre è " Ero e Leandro " maliziosamente comica di Chrristopher Marlow (1593) integrata dopo la sua morte da George Chpman, che ci ha dato il verso immortale " Chiunque amato che non ami a prima vista? ".
Con apparente
gioiosa indifferenza verso lo stile e l'allusione letteraria che
pone il testo dopo la Dionisiaca di Nonnus e così
fermamente nella tarda antichità, gli scrittori e gli
insegnanti del Rinascimento identificarono Museo, il suo autore, con
Museo di Eleusi, il poeta arcaico e collega leggendario di Orfeo, che
pone l'opera nella prima antichità. E' possibile che
questa erronea identificazione fu sollecitata dallo stesso autore,
che assunse a tale scopo un pseudonimo ( sebbene, come nota Neil
Hopkinsons, Museo fu un nome comune nella tarda antichità,
almeno in Egitto; Hopkinsons 1994: 137 ).Comunque sia, l'erronea identificazione fece collocare il poeta in una posizione originaria e Ero e Leandro fu usato nelle scuole come introduzione alla letteratura greca. Fu anche il primo o il secondo libro pubblicato da Aldine e Press nel 1494, in cui Museo è acclamato nella prefazione come poeta più antico ( Braden 1978:81 ). C' erano numerose versioni della storia, forse la più celebre è " Ero e Leandro " maliziosamente comica di Chrristopher Marlow (1593) integrata dopo la sua morte da George Chpman, che ci ha dato il verso immortale " Chiunque amato che non ami a prima vista? ".