Sibilla Aleramo: vita e Una donna
Sibilla Aleramo: vita e descrizione del romanzo "Una donna" di una delle figure più importanti del panorama letterario italiano dei primi anni del Novecento (3 pagine formato doc)
SIBILLA ALERAMO: VITA
Letteratura italiana.
Sibilla Aleramo, una donna fuori dagli schemi. Sibilla Aleramo rappresenta una delle figure più importanti del panorama letterario italiano dei primi anni del Novecento. Fu una delle prime romanziere femministe in Italia a scrivere della prima parte della sua vita per denunciare la condizione misera in cui le donne vivevano, sperando che queste comincino a lottare per ottenere una certa libertà dai soprusi degli uomini.Vita. Pseudonimo di Rina Faccio, nacque ad Alessandria nel 1876 da una famiglia benestante: fino a 12 anni visse a Milano per poi trasferirsi nelle Marche, a Porto Civitanova, dove il padre diventò dirigente di fabbrica. Questi anni resteranno nella vita di Sibilla Aleramo come uno spartiacque, infatti dopo poco il trasferimento, nel 1891 subì la violenza da un impiegato della fabbrica del padre. Rimasta incinta, perse poi il bambino, ma la famiglia le impose ugualmente un matrimonio riparatore. Nonostante le promesse, Sibilla credette di poter essere felice con la nascita del figlio Walter, ma erano solo delle illusioni: infatti questa vita così vuota che la legava ad un uomo che non amava la portò ad un tentativo di suicidio. La sua cura contro questo male di vivere la trovò nell’attività letteraria, soprattutto a favore del movimento femminista, costruendo anche delle sezioni e partecipando a manifestazioni per il diritto al voto e per la lotta alla prostituzione. Infatti Aleramo credeva che lo scopo del movimento femminista non era raggiungere la parità dei diritti tra uomini e donne, ma era quello di raggiungere la libertà nell’amare, nel vivere e nel morire come una donna. Con la famiglia si trasferì a Milano nel 1899 dove diventò direttrice del settimanale L’Italia femminile (di Emilia Mariani): qui iniziò a collaborare con Maria Montessori. Nel 1900 lasciò la famiglia e Milano per Roma. Qui iniziò a scrivere Una donna, pubblicato nel 1906 firmando per la prima volta con lo pseudonimo di Sibilla Aleramo, ispirandosi alla poesia di Carducci Piemonte.
Sibilla Aleramo: vita, opere e pensiero
La vita a Roma la portò alla mondanità: durante i suoi viaggi conobbe Guillaume Apollinaire (Parigi) e Grazia Deledda (Roma) ed ebbe molte relazioni amorose tra cui Vincenzo Cardarelli o Salvatore Quasimodo, di cui trattano i Diari. Fu durante la Grande Guerra, però, che conobbe l’amore tormentato della sua vita, Dino Campana di cui disse:
"...Forse Dino fu l'uomo che più amai […] Tutta la sera m'è ondeggiata alla memoria, l'immagine di lui, della sua pazzia, e di quel altipiano deserto, in quelle prime poche notti estive del nostro amore che son rimaste le più pervase d'infinito ch'io abbia vissuto..." (Diario di una donna)
"...E amai perdutamente Campana per non lasciarlo solo nella sua follia..." (Le mie lettere sono fatte per essere bruciate)
Durante il primo dopoguerra la sua attività di scrittrice raggiunge la piena affermazione, con la pubblicazione delle opere Il passaggio (1919), la raccolta delle poesie Momenti (1921), contenente la poesia dedicata a D’Annunzio Endimione. Negli stessi anni la personalità di Sibilla si definì sempre più: non riuscì mai ad adeguarsi a ruoli femminili tradizionali, prova ne sono le insinuazioni circa una relazione lesbica con Eleonora Duse. Attiva anche nella politica, si dichiarò pacifista, comunista ed antifascista: infatti fu tra i firmatari del Manifesto Antifascista. Fu arrestata poiché vicina ad Anteo Zamboni, organizzatore del fallito attentato al duce, poi rilasciata solo dopo un colloquio diretto con Mussolini: in seguito a questo incontro s’iscrisse all’Associazione Fascista donne artiste e laureate. Tuttavia le sue condizione economiche rimasero precarie nonostante la pubblicazione nel 1927 di Amo, dunque sono e Il frustino negli anni Trenta. Intraprese poi un rapporto d’amore che durò dieci anni con un uomo quarant’anni più giovane di lei, Franco Matacotta. Dopo una lunga malattia, si spense a Roma nel 1960 all’età di 83 anni.
SIBILLA ALERAMO: UNA DONNA
Una donna. La personalità di Sibilla Aleramo si comprende maggiormente nell’opera autobiografica che le diede la fama, Una donna. Scritto tra il 1901 e il 1906, il romanzo si snoda in due capitoli e racconta della vita della scrittrice dalla prima infanzia sino al doloroso abbandono del figlio. In queste pagine, scritte tutte in prima persona, c’è tutta l’amarezza e l’infelicità del prezzo pagato dalla scrittrice per vivere una vita libera dai ruoli femminili tradizionali imposti dalla società, cioè quello di moglie e madre.