Divina commedia Inferno: riassunto
Riassunto di tutti i canti dell'Inferno della Divina commedia di Dante (6 pagine formato doc)
RIASSUNTO CANTO 1 INFERNO
Divina Commedia. -Canto I, Inferno,Virgilio.
Dante è smarrito nella selva oscura, e dopo essere uscito dal suo smarrimento intrapresa la strada che dovrebbe portarlo verso la luce del sole attraverso il colle, simbolo della purificazione, viene fermato da lonza, lupa e leone. La lupa è il pericolo maggiore per Dante mentre lonza e leone sono meno assetati del suo corpo. La lonza è l’invidia o Firenze o la frode, il leone rappresenta o la superbia o la monarchia francese o la violenza, la lupa invece o l’avarizia o la curia romana o l’incontinenza. C’è poi la figura del veltro, personaggio misterioso dalla dubbia precisazione: rappresenta la forza della virtù che alla fine avrà ragione sui vizi simboleggiati dalla lupa; forse rappresenta un papa o un santo, forse Arrigo VII o Cangrande della Scala o forse Dante stesso nella sua missione di precettore. Appare poi Virgilio che invita al viaggio Dante che titubante segue la sua guida, simbolo di ragione umana e naturale. Il viaggio inizia Venerdì 8 e finisce Giovedì 14.RIASSUNTO CANTO 2 INFERNO
-Canto II, Inferno, Antinferno
Invocazione alle muse, il timore di Dante di essere orgoglioso a iniziare questo viaggio, è questo l’inizio del secondo canto. Virgilio parla delle tre donne che hanno voluto il suo viaggio, la Vergine Maria, che annulla la sua pena /simbolo della misericordia divina), Lucia, vergine e martire, protettrice della vista, in contrapposizione con la selva oscura, la Grazia illuminante allegoricamente e infine Beatrice, la protettrice di Dante, che sedeva in parte a Rachele, simbolo della vita contemplatrice. Virgilio dice quindi a Dante del aspetto provvidenziale del suo viaggio, voluto da Dio e quindi non peccato. Dante riprende il viaggio.
Inferno: gironi e struttura | Canto 1: analisi, parafrasi, figure retoriche | Canto 2: parafrasi, commento e figure retoriche | Canto 3: parafrasi, commento e figure retoriche | Canto 5: parafrasi, commento e figure retoriche del canto di Paolo e Francesca | Canto 6: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 10: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 13: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 22: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 26: testo, parafrasi e figure retoriche del Canto di Ulisse | Canto 33: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 4: trama, analisi e parafrasi del canto che racconta del limbo |
DIVINA COMMEDIA INFERNO RIASSUNTO GENERALE: CANTO 3
-Canto III, Inferno, Antinferno, Celestino V, Caronte
Dante entra quindi nell’Inferno trovandosi davanti la porta dell’inferno, con le sue parole di colore oscuro e dure da accettare. Sente le prime grida e i primi pianti e vede gli ignavi che non sono accettati né nel purgatorio né nel paradiso perché disprezzati anche dall’inferno: infatti non hanno usato ciò che Dio dà all’uomo, il libero arbitrio. Il loro contrappasso è quello di seguire un’insegna girando in cerchio, loro che nella vita non hanno seguito alcun schieramento. Oltre a ciò sono colpiti da insetti e formiche, che devono il loro sangue. Fra questi ci sono gli angeli che non hanno deciso da che parte stare fra Dio e Satana, ma sono stati per se. Oltre a questi c’è chi ha fatto per “viltade il gran rifiuto”: può essere Celestino V, Pilato o Esaù ma oggi si tende a prendere Celestino, che rifiutò dopo pochi mesi la carica di pontefice. Dante passa avanti e vede Caronte arrivare dall’Archeonte. Egli traghetta le anime spaurite sull’altra riva; Dante non resiste alla vista delle anime e sviene.
Divina commedia Inferno: riassunto canti 10, 13, 15 e 19
RIASSUNTO CANTO 4 INFERNO
-Canto IV, Inferno, Limbo, gli “spiriti magni”
Al risveglio Dante si ritrova nel primo cerchio, e nella prima parte del limbo, dove sono presenti le anime non battezzate; qui non trova pianti ma solo sospiri per la speranza impossibile di vedere un giorno Dio. Dante prova dolore perché sa che fra questi ci sono persone di molto valore, come la sua guida. Parla poi degli unici uomini che erano uscito da lì: Adamo, Abele, Noè e Mosè, Abramo, Davide, Israele, suo padre i sui figli e Rachele, tutte le figure della Bibbia. Dante poi vede la luce che illumina il castello dove risiedono gli spiriti magni, fra cui si avvicina loro Omero, con la spada, Orazio, Ovidio, Lucano. Dante li lascia parlare ed è poi invitato a conversare, segue poi nel capitolo la descrizione di tutti gli uomini che sono nel castello, fra cui anche arabi e comunque persone non appartenenti al mondo cristiano. Il castello è a sette mura con 7 porte, simbolo delle virtù cardinali e teologali (fede, speranza, carità le teo.; fortezza, giustizia, prudenza, temperanza le card.).