Giacomo Leopardi: poesie più importanti

Giacomo Leopardi: poetica e analisi delle poesie più importanti (7 pagine formato )

Appunto di scajax

GIACOMO LEOPARDI: POESIE

Giacomo Leopardi. Materialismo - Leopardi non crede in Dio: rifiuta la visione cristiana della vita; non esiste una vita ultraterrena, e tutto ciò che è terrestre è sottoposto a una legge di creazione e distruzione della materia.

Il materialismo è una corrente di pensiero che afferma che tutto è materia.

Pessimismo - Il pessimismo è diviso in pessimismo storico e cosmico. Il pessimismo è la visione negativa di tutto.

Il pessimismo storico: i popoli antichi (es. i Greci) erano felici perché vivevano vicino alla natura, e per ciò, avevano voglia di sognare perché erano legati all’immaginazione. Con il passare del tempo, l’uomo si stacca dalla natura a causa del progresso, e diventa sempre più infelice. Ora predomina la ragione, che diventa causa dell’infelicità. Il pessimismo cosmico: Leopardi pensa che l’uomo è da sempre infelice, perché la sofferenza esistenziale ha caratterizzato anche le civiltà antiche. L’infelicità
investe non solo gli uomini, ma anche tutti gli altri esseri viventi. La natura è una matrigna crudele perché provoca all’uomo sofferenza

GIACOMO LEOPARDI: POESIE D'AMORE

Il pensiero. La poesia va contestualizzata con la vita e il pensiero di Leopardi.
Opere:
Le opere di Leopardi sono:
- Lo “Zibaldone”;
Gli Idilli (i Piccoli, composti dal 1819 al 1821, che sono “L’infinito”, “La sera al dì di festa” – i Grandi, composti dal 1828 al 1830, che sono “A Silvia” e “Il sabato del villaggio”);
- Operette morali (1824). Sono racconti in prosa sotto forma di dialogo; emerge una rappresentazione fantastica;
- “Amore e morte”, che è un componimento tipico romantico;
- “A sé stesso”.
“Amore e morte” e “A sé stesso” sono ispirate alla delusione d’amore per la Tozzetti.
- “La ginestra a Napoli” (1835). Messaggio di fratellanza; ambientata lungo le pendici del Vesuvio.

Giacomo Leopardi: vita e opere riassunto

POESIE DI LEOPARDI

La poetica. La poetica sono le regole alle quali il poeta dice di volersi attenere. Secondo Leopardi, esistono degli aspetti della realtà sensibile (natura), che per il loro carattere vago, indefinito, lontano e ignoto, possiedono una forza suggestiva; si viene a costruire una vera e propria teoria della visione. La vista di un ostacolo (siepe, colle, albero, torre, finestra) è piacevole per le idee vaghe ed indefinite che suscitano. Oltre alla vista, lavora l’immaginazione e il fantastico, che sotterrano il reale. Lo stesso effetto hanno: un filare di alberi che si perde all’orizzonte, una collina di cui non si riesce a vedere la fine. Il gioco di luce lunare fra gli alberi, sull’acqua o sui tetti delle case è un elemento importante della sua poetica (visione romantica della natura). Contemporaneamente, viene a costruirsi una teoria del suono. Leopardi elenca tutta una serie di suoni suggestivi, sempre vaghi: un canto che va allontanandosi, un canto che giunge all’esterno da una stanza, lo stormire del vento fra le foglie degli alberi. Il bello poetico consiste per Leopardi nel vago e nell’indefinito. Anche certe parole sono per lui poetiche per le idee indefinite che suscitano: lontano, antico, la luna, la notte, ultimo, eterno. Per lui è suggestivo ciò che sta nei ricordi: le immagini che evocano sensazioni che ci hanno affascinato da fanciulli, sono suggestive. La rimembranza è essenziale al sentimento poetico; si fondono insieme la poetica dell’indefinito e la poetica della rimembranza. Esempio di suoni e visioni torneranno nelle sue liriche.

GIACOMO LEOPARDI: RIASSUNTO

L’infinito. Questo Idillio Leopardiano che prende spunto dalla natura (siepe e colle), diventa una visione e una meditazione interiore dell’infinito. L’infinito è la visione dell’autore. La condizione del poeta è quella del prigioniero legato alla realtà, mentre l’infinito è per lui un sogno di evasione. Colle, siepe, elementi esteriori, stimolano la visione interiore di
interinati spazi. Poi, immagina il vento, ed è ricondotto alla realtà, cioè alle cose finite. A questo punto, fa dei paragoni fra finito ed infinito; non ha abbandonato una situazione per l’altra, ma oscilla fra la realtà e l’immaginazione. Le dimensioni della poesia sono due: una reale e una dell’infinito. Di fronte al confronto con l’eterno, la mente umana si sente naufragare, cioè si perde nell’infinito.