Letteratura italiana 1200-1300
Sintesi del manuale di Letteratura italiana di Sapegno (33 pagine formato doc)
SAPEGNO
Letteratura medievale.
La lingua è quella latina mentre lo spirito che la pervade è cristiano, ma in un primo tempo accanto al motivo ascetico e mistico trovano spazio terrene esigenze civili e politiche di cui si fanno interpreti Cassiodoro, autore delle lettere "varie" e Severino Boezio, autore del De Consolatione Philosophiae, che scrisse in carcere in procinto di morire condannato da Teodorico nel 524, entrambi imbevuti di dottrina e poesia classica, in cui si ritrova accanto allo spirito cristiano l'istanza politica, civile e filosofica antica, di recupero di un patrimonio culturale che si andava perdendo.
Un periodo di decadenza c'è con Gregorio Magno che professa di disprezzare l'arte del dire e giudica sconvenientissimo ridurre le parole alle regole del grammatico Donato, e queste parola stanno all'inizio di un lungo periodo di trascuratezza e quasi oblio delle discipline scientifiche, filosofiche, grammaticali e retoriche, che attraversano tutto l'Alto Medioevo, è anche vero che si tratta di un periodo di forte trasformazione in cui si elabora un nuovo concetto dell'uomo, della storia, come disse Croce "alla virtù del cittadino subentra quella dell'uomo spirituale, agli uomini illustri del paganesimo subentrano quelli del cristianesimo".
Nonostante ciò permangono le istanze terrene, gli interessi politici ed economici, non a caso accanto alle antiche cronache monastiche, improntate a una visione mistica e ascetica, si affiancano opere storiche più vive e appassionate, ricche di interessi e contrasti mondani anche se sorrette da principi cristiani, come L'Istoria Longobardorum di Paolo Diacono, in cui narra le imprese e le ambizioni del popolo, e Liutprando, vescovo di Cremona, nel cui Antopodosis (contraccambio)c'è un sentimento di vendetta contro Berengario 2, storia mista di prosa e versi.
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Letteratura medievale.
La lingua è quella latina mentre lo spirito che la pervade è cristiano, ma in un primo tempo accanto al motivo ascetico e mistico trovano spazio terrene esigenze civili e politiche di cui si fanno interpreti Cassiodoro, autore delle lettere "varie" e Severino Boezio, autore del De Consolatione Philosophiae, che scrisse in carcere in procinto di morire condannato da Teodorico nel 524, entrambi imbevuti di dottrina e poesia classica, in cui si ritrova accanto allo spirito cristiano l'istanza politica, civile e filosofica antica, di recupero di un patrimonio culturale che si andava perdendo.
Un periodo di decadenza c'è con Gregorio Magno che professa di disprezzare l'arte del dire e giudica sconvenientissimo ridurre le parole alle regole del grammatico Donato, e queste parola stanno all'inizio di un lungo periodo di trascuratezza e quasi oblio delle discipline scientifiche, filosofiche, grammaticali e retoriche, che attraversano tutto l'Alto Medioevo, è anche vero che si tratta di un periodo di forte trasformazione in cui si elabora un nuovo concetto dell'uomo, della storia, come disse Croce "alla virtù del cittadino subentra quella dell'uomo spirituale, agli uomini illustri del paganesimo subentrano quelli del cristianesimo".
Nonostante ciò permangono le istanze terrene, gli interessi politici ed economici, non a caso accanto alle antiche cronache monastiche, improntate a una visione mistica e ascetica, si affiancano opere storiche più vive e appassionate, ricche di interessi e contrasti mondani anche se sorrette da principi cristiani, come L'Istoria Longobardorum di Paolo Diacono, in cui narra le imprese e le ambizioni del popolo, e Liutprando, vescovo di Cremona, nel cui Antopodosis (contraccambio)c'è un sentimento di vendetta contro Berengario 2, storia mista di prosa e versi.
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