Teatro: storia dal '400 al '500

Breve storia del teatro italiano, dal '400 al '500, il periodo dell'Umanesimo (2 pagine formato doc)

Appunto di peppe1895

TEATRO: STORIA

Lineamenti di storia del teatro italiano durante il periodo dell'Umanesimo
Per tutto il Medioevo l’unica forma di teatro in Italia fu la ‘Sacra Rappresentazione’ ossia un tipo di teatro religioso di natura e struttura molto elementari in cui gli stessi fedeli, alternandosi nei vari ruoli, davano forma alla rappresentazione che si svolgeva sui sagrati delle chiese o nelle piazze antistanti.

Soggetto di queste rappresentazioni erano episodi della vita di Gesù, della Madonna e dei Santi.
In tal modo il pubblico aveva modo di assistere ad un tipo di teatro didattico ed edificante (forniva una serie di exempla di vita cristianamente vissuta da imitare). Uno dei primi esempi di sacra rappresentazione è la famosa Lauda di Iacopone da Lodi.
 

Storia del teatro: dalle origini ad oggi

BREVE STORIA DEL TEATRO

Solo a metà del 1400 possiamo trovare il primo testo teatrale italiano di carattere profano ovvero la favola di “Orfeo ed Euridice” composta da Angelo Poliziano (poeta e filologo dell'umanesimo italiano). Queste rappresentazioni si rivolgevano ad un pubblico selezionato e colto che ruotava nell’ambito della corte. Anche gli attori di queste rappresentazioni cambiarono, adesso erano cortigiani che imparavano a memoria delle battute per intrattenere il resto della corte. Per buona parte del ‘500 il teatro continuò ad essere una prerogativa delle corti.
Gli autori si ispirarono a modelli classici: Plutarco per la commedia e Seneca per la tragedia. Ariosto compose 5 commedie per la corte Ferrarese, Machiavelli scrisse “La Mandragola”: la commedia più brillante del ‘500. In quest’opera l’autore si ispira al modello di Boccaccio e in particolare alle beffe erotiche del Decamerone, contemporaneizzando il tutto. Un’altra commedia importante è la “Venexiana” di autore veneziano sconosciuto e sfondo “licenzioso”.  Le commedie del ‘500 si possono dividere in due gruppi: Classiciste (che si rifanno ai modelli tradizionali) e Anticlassiciste (che rifiutano i modelli convenzionali e cercano altrove metodi di originalità). Le anticlassiciste utilizzano soprattutto il dialetto. Tra queste sono importantissime le commedie di Angelo Beolco soprannominato “il Ruzante”.
Padovano di nascita, Ruzante ha scritto in dialetto veneto alcune commedie che hanno come protagonista un contadino di nome Ruzante. L’ambiente della commedia è un ambiente povero, tutt’altro che raffinato, in cui i cosiddetti vinti (dalla miseria e dalla vita) cercano una forma di riscatto per i danni ricevuti dalla sorte. In questa commedia l’aspetto comico è assicurato dalla lingua e dalle situazioni buffonesche.
 

STORIA DEL TEATRO ITALIANO

L’aspetto riflessivo è dato dalla dignità del villano e dal suo tentativo di riscatto sociale. Questo teatro veniva rappresentato sulle pubbliche piazze e si configurava come una forma di teatro popolare per due motivi: 1- perché i personaggi erano di bassissima estrazione sociale 2- perché si rivolge ad un pubblico popolare
Verso la fine del ‘500 cominciò ad affermarsi un nuovo genere di commedia denominata “commedia dell’arte” poiché veniva praticata da attori professionisti. Questa commedia si fondava sull’improvvisazione poiché gli attori non recitavano ripetendo le battute di un testo scritto ma improvvisavano adeguando la loro parte al tipo di svolgimento della commedia. Nella commedia dell’arte non c’erano copioni, esistevano solo trame generali dette “canovacci” che prevedevano un inizio, uno svolgimento, una conclusione ed il numero di personaggi. Sulla base di questi canovacci gli attori improvvisavano le battute, specializzandosi, con l’andare del tempo, in ruoli diversi. Questi attori professionisti si riunirono in vere e proprie compagnie teatrali che viaggiavano per tutta l’Italia esibendosi nelle pubbliche piazze davanti ad un pubblico eterogeneo. La fama di queste compagnie non tardò ad arrivare all’estero dove questi attori furono invitati ed applauditi.