Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale di Montale: spiegazione e figure retoriche

Breve spiegazione della poesia di Montale, "Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale", dedicata alla moglie Drusilla Tanzi. Riassunto della vita di Eugenio Montale e analisi delle sue poesie principali (10 pagine formato doc,rtf)

HO SCESO DANDOTI IL BRACCIO ALMENO UN MILIONE DI SCALE DI MONTALE: SPIEGAZIONE

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale.

Questa breve poesia è dedicata alla moglie teneramente amata: ora che è solo, il poeta si accorge che era lei il punto fermo della sua vita inquieta; lei che, così ammalata d’occhi, era l’unica dei due capace di riconoscere veramente la realtà delle cose. Questa poesia è datata “20 novembre 1967”, cioè è stata scritta quando il poeta aveva settantun anni, quattro anni dopo la morte della moglie, Drusilla Tanzi, avvenuta dopo lunghissima malattia.
Si compone di dodici versi riuniti in due strofe, con due rime baciate infine della prima strofa, e due alternate in fine della seconda.

HO SCESO DANDOTI IL BRACCIO ALMENO UN MILIONE DI SCALE FIGURE RETORICHE

Avevamo studiato per l’aldilà: analisi Il componimento ha la forma di un dolce e malinconico epigramma in cui il Montale tenta di recuperare il rapporto con una persona lontana. Il poeta modula il fischio di riconoscimento nella speranza di ritrovarsi aldilà del confine tra la vita e la morte.
Caro piccolo insetto: analisi Il poeta avverte presso di sé la presenza silenziosa della moglie. È una sera ed egli è immerso nella lettura di un testo biblico. Torna il tema delle pupille offuscate e degli occhiali con il luccichio. Come la “mosca” pur entrata nel mondo dei defunti, riappare al poeta, così la poesia per la quale sembrano non esserci più spazi nella moderna società dei consumi, torna a vivere nonostante tutto.

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale: testo, analisi e commento