Dalla Scuola siciliana al Dolce Stil Novo

Annotazioni di letteratura italiana con cenni sulla Scuola siciliana, sullo Stil novo fiorentino, con riferimento ai principali autori (7 pagine formato doc)

Appunto di drugoliv

DALLA SCUOLA SICILIANA AL DOLCE STIL NOVO

La Scuola Siciliana - La poesia lirica che si sviluppò in Toscana alla fine del Duecento, prese spunto da una tradizione che deriva dai trovatori e alla cui base, in Italia, sta l’esperienza della Scuola Siciliana.

Furono i Siciliani a impiegare per la prima volta un volgare italiano nella lirica d’amore, ispirandosi a quella provenzale.
La poesia lirica nasce alla corte di Federico II di Svevia, nominato imperatore nel 1220 e morto nel 1250.
La sua corte, per quanto itinerante, si era stabilita per lo più in Sicilia, che cosi era divenuta il centro non solo politico ma anche culturale dell’Impero. Il potere di Federico era di tipo moderno, un accentramento unitario e non più un frazionamento di potere di tipo feudale. La “Magna Curia” (la grande corte imperiale) era il fulcro da cui doveva diramarsi a raggiera la vasta articolazione di uno Stato amministrato in modo unitario da una schiera di funzionari borghesi, laici e provvisti di una cultura di tipo giuridico (il più famoso fu Pier delle Vigne). Cercando di realizzare una egemonia ghibellina in Italia, Federico II si contrapponeva alla Chiesa non solo sul terreno della politica ma anche in quello culturale, incoraggiando alla laicità della cultura. Costituì anche la Scuola di Capua (sull’ars dictandi), l’università di Napoli, e la scuola di medicina a Palermo.

Scuola siciliana e Dolce stil novo: riassunto

SCUOLA SICILIANA E DOLCE STIL NOVO DIFFERENZE

Per quanto riguarda la poesia, Federico (che fu egli stesso poeta in volgare) favorì lo sviluppo della Lirica in volgare, inspirata alla tradizione dei trovatori provenzali. Tale fu l’influenza dei Poeti Siciliani sui successivi che, sino agli stilnovisti, tutti i poeti vennero chiamati Siciliani, anche se operanti in zone geografiche differenti (lo stesso Dante nel De vulgari eloquentia indica questa cosa). Oggi si parla di Scuola siciliana in riferimento a tutti quei poeti, che erano circa 25, che operarono dal 1230 al 1266, anno in cui il figlio di Federico, Manfredi, venne sconfitto nella battaglia di Benevento vedendo scomparire i sogni ghibellini della casata sveva.

DOLCE STIL NOVO CARATTERISTICHE

Rispetto al modello provenzale cambia la figura del poeta: non è più un professionista proveniente dalle file dei cavalieri poveri o della piccola nobiltà, non è neanche un giullare, ma un borghese, funzionario con funzioni giuridiche e amministrative nella corte, che si dedica alla poesia solo per diletto e non per lavoro. E oltre a ciò la poesia non viene più accompagnata con la musica, non è destinata all’ascolto in musica o alla recitazione, ma esclusivamente alla lettura. Qui nella Scuola siciliana avviene dunque il divorzio fra Musica e Poesia.
Anche altre differenze si riscontrano con la lirica provenzale: resta il motivo di vassallaggio fra la donna e il soggetto poetico, il servizio d’amore nella speranza di ricevere in cambio una ricompensa, ma la realtà in cui avviene non è feudale, bensì cortigiana. Avviene dunque che il rapporto di vassallaggio non sia più fra il rapporto d’amore fra vassallo e dama, ma un rapporto d’amore generico, rapporto d’amore in quanto tale.

DOLCE STIL NOVO TEMI

La figura della donna appare meno evidenziata e caratterizzata, diventa una poesia più astratta e meno concreta di quella provenzale. Il centro della lirica è l’interiorizzazione e intellettualizzazione dell’esperienza amorosa, che viene accostata a considerazioni di ordine scientifico e ad aspetti della vita animale o vegetale.
Le strutture metriche della Scuola Siciliana si rifanno alla tradizione trovadorica, e condizioneranno l’intera lirica italiana. Le strutture metriche vengono ridotte a tre tipi principali: la canzone, la canzonetta e il sonetto.