Spiegazione del Petrarchismo

Il petrarchismo: spiegazione del movimento ispirato da Petrarca (4 pagine formato doc)

Appunto di vdavid

PETRARCHISMO: SIGNIFICATO E CARATTERISTICHE

Il Petrarchismo.

Ispirato da Petrarca sotto il punto di vista della poesia e non altrettanto ispirato da Dante che, a causa del suo plurilinguismo (Divina Commedia), non poteva essere un modello valido. Petrarca, al contrario, utilizzava nelle sue opere, come nel Canzoniere, un Monolinguismo, utilizzando, quindi, sempre lo stesso stile, perfezionato dalla lettura dei testi classici latini.
I rinascimentali imitano Petrarca anche dal punto di vista delle vicende narrate: amore per Laura e per Dio, vicende paradigmatiche ed esemplari con la ripresa, nel 500, del rapporto tra vita e morte.
I risultati ottenuto non sono chiaramente paragonabili a quelli del Petrarca poiché Petrarca viveva in un’epoca diversa rispetto a quella rinascimentale dove la preoccupazione religiosa era sparita ed il contrasto descritto nelle poesie non era veramente vissuto. Abbiamo addirittura ancora l’immagine della donna perfetta, che, comunque, rappresenta solo una continua imitazione superficiale.
Pietro Bembo è noto come trattatista (cioè ricercava la lingua letteraria perfetta) ed aveva scelto come lingua perfetta il “Fiorentino dei tre grandi”. Viene creato un vocabolario della Crusca, ovvero una raccolta di parole che non potevano essere utilizzate nella lingua letteraria in quanto non utilizzate dai tre grandi.

I generi letterari del Cinquecento

PETRARCHISMO CARATTERISTICHE

Bembo scrive gli Asolani ed anche alcune rime. In “Crin d’oro crespo e d’ambra tersa e pura”, abbiamo un catalogo che enuncia gli aspetti della donna amata: capelli d’oro, etc…; abbiamo, inoltre, una tendenza alla dittologia sinonimica (Tersa e pura). Secondo soggetto sono gli occhi, solari e brillanti ed al verso 2 abbiamo “L’Aura” che è un Senal: esso ha senso perché la donna amata da Petrarca si chiamava proprio Laura. Il terzo soggetto è la bocca che sorride: è un’indicazione di un qualcosa che fa una parte del corpo. Al verso 7 abbiamo “Volè”, ovvero una rima equivoca. “Cantar”, riproduce l’armonia Divina. Oltretutto il poeta parla di “Senno Maturo” che sembra essere chiaramente strano per una donna giovane.  Il verbo principale arriva solo al verso 13: “Furono”.

PETRARCHISMO FEMMINILE

E’ chiaro come la poesia del Petrarchismo non avesse nulla di personale: abbiamo chiaramente a che fare con dei Centoni, ovvero poesie con versi tratti da altri composizioni; per dirla in breve, un minuzioso lavoro di “copia e incolla”.
Gaspara Stampa, invece, con “Voi, ch’ascoltate in queste rime meste”, prende chiaramente spunto dal proemio del Canzoniere di Petrarca. Sebbene le due poesie, dal titolo possono sembrare molto assonanti, quella di Stampa ha palesi differenze rispetto a quella di Petrarca. Difatti, il “Voi” che troviamo nel primo verso della poesia di Stampa è rivolto ai lettori in generale, mentre il “Voi” della poesia di Petrarca è riferito a tutti coloro che come lui avevano provato pene d’amore; Stampa, con questa poesia, chiede la gloria, mentre Petrarca cerca solo la Pietà! Petrarca, inoltre, cerca di creare un filo diretto tra lui e chi lo ascoltava (lo capiamo dal fatto che non mette alcuna virgola dopo il “Voi”): entrambi avevano provato pene d’amore. Nella poesia di Stampa, al contrario, non c’è più l’immedesimazione che c’era tra Petrarca e i suoi lettori: non esiste più alcuna immedesimazione con le pene d’amore del poeta.