Il romanzo: storia e caratteristiche

La storia, le caratteristiche e i vari tipi di romanzo e gli scrittori che si sono affermati in questo genere dall’età medievale all’Ottocento.

Il romanzo: storia e caratteristiche
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Il romanzo: storia e caratteristiche

Il romanzo: storia e caratteristiche
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Il romanzo è un genere letterario fondato su regole fondamentali, per sua natura mutevole sia negli argomenti che negli stili e che non ha né una tradizione né un modello ideale a cui fare riferimento. La caratteristica principale del romanzo è quella di imitare, riflettere, deformare e sognare il mondo reale. Il termine romanzo risale all’età medievale ed era usato per indicare le lingue neolatine, dette anche lingue volgari, in opposizione alla lingua latina. La distinzione tra i prodotti romanzeschi antichi, definiti romance e il romanzo moderno, definito novel, si fonda su un mutamento nella visione del mondo e della vita; il romance vuole infatti creare un mondo ideale, nobile e distaccato dalla realtà, popolato da eroi che affermano le proprie virtù, mentre nel novel la percezione del mondo reale è sempre presente e i personaggi sono impegnati in una ricerca del senso della vita. Per quanto riguarda gli antichi romances, nell’età classica furono scritti romanzi di contenuto amoroso, caratterizzati da un intreccio di avventure e colpi di scena, che termina a lieto fine. In età medievale vi fu una produzione di romanzi cavalleresco-cortesi, storie d’amore e d’avventura, dapprima in versi e successivamente in prosa. Tra la fine del Cinquecento e la fine del Seicento fiorì in Spagna il romanzo picaresco, una mescolanza di individualismo e realismo; ma è nella Francia del Seicento che si comincia a registrare una produzione di romanzi d’amore e d’avventura, tragici e comici. La lettura di queste opere era considerata una forma di passatempo disimpegnato, per questo si continuava a guardare al poema cavalleresco come al genere per eccellenza. La rottura con la tradizione letteraria si verificò nel corso del Settecento in Inghilterra, quando comincia ad essere usato il termine novel per indicare il romanzo realistico, in cui eventi e personaggi hanno carattere di verosimiglianza; nasce così il romanzo moderno.

Il romanzo moderno

Il romanzo ci restituisce sempre una realtà inventata, poiché la finzione è ciò che distingue il romanzo dall’opera detta storica. Il romanzo moderno ha tre caratteristiche fondamentali, e cioè che si tratta del racconto di una storia, che è in prosa e che è lungo. La misura lunga distingue il romanzo dal racconto, come lo contraddistinguono il ritmo, il tono e gli effetti della lettura; l’arte del racconto è infatti quella di selezionare gli ingredienti e concentrarli in poco spazio, mentre il romanzo ha tutto lo spazio per svilupparsi, prendere forma gradualmente, lasciando che personaggi e intreccio si definiscano progressivamente; l’autore può infatti ritardare e amplificare la curiosità e il senso di attesa nel lettore, che vive situazioni che lo portano a partecipare alle esperienze del protagonista.

A partire dal Settecento il romanzo è il prodotto letterario più diffuso e letto, poiché si trattava di un genere che si adatta a qualsiasi argomento, usa tutti i linguaggi e le tecniche, con l’ovvio risultato di fare presa su qualsiasi tipo di lettore.

Ma soprattutto il romanzo è un genere voluto dalla nuova sensibilità che caratterizza la cultura borghese di impronta illuminista. L’intellettuale illuminista appartiene alla borghesia ed è un uomo libero sia di conoscere, che di viaggiare e che di operare nei più svariati campi. Interessato alla libera circolazione delle idee, fonda nuovi generi, come l’epistola, il saggio, il pamphlet e l’articolo di giornale, tutti da destinare al vasto pubblico. Il pubblico, era invece costituito dal mondo politico stesso, dai gruppi di opinione e dagli uomini d’affari, che amano essere informati dei fatti di attualità e prediligono la lettura di libri che si ispirano alla realtà sociale o che indagano sulle questioni filosofiche emergenti. E così nel Settecento il romanzo conquista la dignità letteraria, diventando il mezzo per diffondere idee e opinioni, per esaminare e discutere problemi sociali, per indagare nella psiche umana e per analizzare sentimenti e stati d’animo. Le caratteristiche del romanzo moderno sono: i personaggi e le situazioni sono sempre concreti e realistici, vengono esaltati il valore dell’intraprendenza e dell’iniziativa individuale, le vicende sono spesso presentate come esperienze personali, le trame riguardano problemi di vita concreta e il linguaggio è vivo, semplice e di uso comune.

Il romanzo: tipologie e autori

Il romanzo d’avventura narra vicende impreviste che possono essere più o meno verosimili, come viaggi ed esplorazioni, ricerche di tesori, naufragi, sfide, pericoli e duelli.

Il romanzo di formazione narra il processo di crescita e maturazione di un giovane che inizialmente si trova in circostanze di vita molto difficili ma che poi, attraverso varie esperienze e incontri significativi, supera tutte le difficoltà, ottenendo una profonda consapevolezza di sé.

Il romanzo sentimentale narra le esperienze interiori e si sofferma sull’analisi degli stati d’animo dei personaggi; questo tipo di romanzo predilige ai suoi esordi la forma epistolare, in cui le lettere sono scritte per la maggior parte dal protagonista, ma ve ne sono anche dei suoi corrispondenti.

Il romanzo filosofico nella narrazione di storie spiritose da cui l’autore trae spunto per esprimere la propria concezione del mondo.

Il romanzo libertino, invece, comprende una serie di romanzi incentrati su piccanti aneddoti erotici, in cui il tema del libertinaggio implica un giudizio morale.

L’Inghilterra è considerata generalmente la patria del romanzo moderno, poiché nell’ambito della produzione letteraria costituisce un esempio di realismo per ragioni storiche: in Inghilterra si era infatti formato un ceto borghese che aveva dato l’avvio alla rivoluzione industriale. Daniel Defoe è tra i più importanti romanzieri inglesi; raggiunse il successo a sessant’anni con la pubblicazione del Robinson Crusoe, cui fecero seguito Moll Flanders e Il colonnello Jack. I tratti che caratterizzano le sue opere, sono il realismo e l’aderenza allo spirito dell’epoca. Il primo esempio di romanzo sentimentale è Pamela o la virtù ricompensata, di Samuel Richardson, costruito sullo scambio epistolare tra una giovane e ingenua domestica e i suoi genitori.

Una via originale nella storia del romanzo è quella intrapresa da Laurence Sterne, la cui opera disegna un quadro umoristico di una famiglia della piccola nobiltà inglese. L’assenza di una vicenda strutturante e di un protagonista in azione, e la finzione del romanzo che parla del romanzo, rendono l’opera impossibile da classificare, così questo tipo di romanzo viene definito antiromanzo. Negli ultimi decenni del Settecento il romanzo moderno subisce una battuta d’arresto, e si afferma così il gusto per il romanzo gotico o nero, le cui vicende scaturiscono da un intreccio sapiente di magia, religione, superstizione, passioni nascoste e punite, ed è mosso spesso da un delitto collegato a una relazione illecita.

Il romanzo moderno, nei suoi modelli più significativi, non riflette la realtà esistente ma ne costruisce una nuova. La crisi del vecchio mondo e dei valori che fino ad allora avevano governato la società umana richiedevano uno sforzo creativo per costruire un nuovo mondo, fondato su nuovi valori, perciò i personaggi assunsero su di sé questa esigenza della propria epoca e fornirono dei modelli ideali di azione. I viaggi di Gulliver è considerato uno dei primi illustri esempi di romanzo moderno, liberamente ispirato alla tradizione delle narrazioni di viaggi che si erano diffuse nel periodo in cui la civiltà europea incontrava le altre civiltà e imponeva il proprio dominio sul mondo. Vi si narrano i viaggi del medico inglese Gulliver, che entra in contatto con diverse popolazioni; questa opera rappresenta un duro atto d’accusa rivolto agli uomini e alla società del suo tempo, poiché lo sguardo che rivolge alla natura umana è sempre più cupo e disperato, la specie umana appare infatti composta di esseri puzzolenti e bestiali, prede degli istinti più bassi e incapaci di qualsiasi progresso.

Nella seconda metà del Settecento si manifestano nella cultura europea una sensibilità e un orientamento spirituale che si oppongono ai principi illuministici e che sono denominati preromantici; ne fanno parte l’esaltazione del genio individuale, in opposizione all’uguaglianza tra gli uomini, l’attrazione per la sfera dei sentimenti e dell’irrazionale, in opposizione alla ragione, il gusto per le atmosfere, i paesaggi cupi, lugubri e desolati e la concezione della poesia come espressione autentica e spontanea dei sentimenti. Un esempio di romanzo preromantico è considerato I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang Goethe, un romanzo epistolare, il cui protagonista, è completamente ripiegato sulla propria interiorità ed escluso e incompreso dalla società. Werther possiede tutti i connotati tipici dell’eroe romantico, poiché è consapevole della propria profondità d’animo e di intelletto, cui fa riscontro la sua capacità di soffrire; a questa capacità è legata una sottile forma di godimento, poiché egli sa che la sofferenza deriva dalla sua superiorità mentale, inoltre l’animo del protagonista è proteso verso grandi mete e a questo titanismo si accompagna la frustrazione e il vittimismo per l’inevitabile sconfitta.

Un altro rappresentativo eroe del romantico è Renè, protagonista del romanzo di François-René de Chateaubriand, eroe romantico, inquieto, malinconico e socialmente non inserito in nessuna ideologia. Sotto quest’ultimo aspetto il romanzo rispecchia il disagio stesso dell’autore, uomo posto tra due epoche, determinato dalla Rivoluzione. Renè appare inoltre interessante anche per la presenza del tema del viaggio, poiché il protagonista passa la sua vita a rincorrere il segreto della felicità.

Il romanzo storico

Il romanzo storico è invece una narrazione in cui sullo sfondo di avvenimenti realmente si proietta la vicenda immaginaria dei protagonisti e in cui il vero si fonde col verosimile dell’invenzione. Il narratore assume il ruolo di ordinatore esterno, conoscendo dall’inizio i destini dei personaggi e l’evolversi delle vicende, mentre le parti descrittive riguardano tanto gli ambienti e le azioni, quanto i caratteri dei personaggi. A dare l’avvio al romanzo storico è lo scrittore Walter Scott, che arriva ad elaborare meccanismi, dando luogo al cosiddetto modello scottiano, i cui ingredienti sono gli sfondi storici e le avventure dei protagonisti; ma il merito principale di questo scrittore è l’aver dato vita a tipi umani che incarnano i comportamenti sociali tipici dell’epoca in cui sono calati; questa tendenza avrebbe favorito scrittori come Manzoni, Hugo o Balzac, che ne sarebbero stati interpreti più autorevoli.

Anche in Italia penetrò il romanzo storico che dette luogo a una cospicua produzione; la moda del romanzo storico in Italia si estese infatti a tutti gli anni Trenta, imposta dalle circostanze politiche fortemente reazionarie, che impedivano ai letterati di svolgere programmi più arditi. Dopo il 1827, mentre Manzoni era intento alla revisione linguistica dei Promessi Sposi, comparvero in Italia altri romanzi storici, ma nessuno però fu all’altezza di operare quella perfetta fusione tra realtà e invenzione, che aveva saputo realizzare Manzoni. Un altro importante scrittore di romanzi storici fu Massimo D’Azeglio che lanciò il modello storico patriottico, ma nelle sue opere l’indagine storica è frettolosa, e la rievocazione dell’antico episodio è condotta con ardore patriottico e spirito risorgimentale. Opposto a Manzoni, Francesco Domenico Guerrazzi, repubblicano estremista, che usò gli avvenimenti storici come pretesto per raccontare una vicenda di orribili delitti, commessi da uomini scellerati; inoltre nei suoi romanzi abbondano le scene truci e sanguinose, descritte con enfatico compiacimento, poiché secondo l’autore, descrivere ciò che è orrido e ripugnante, serve a conoscere meglio l’umanità per poterla curare. L’intento è quindi educativo, ma nei romanzi, questa dimensione stenta a riemergere. La stagione del romanzo storico, si chiude con la prima metà dell’Ottocento, poiché risulta difficile etichettare i romanzi successivi come storici, dato che la rappresentazione delle epoche passate si fonde con altri ingredienti o problematiche. Intorno alla metà dell’Ottocento, il clima culturale europeo cambiò e concentrò il suo interesse sulla realtà contemporanea; questo dette l’avvio ad una nuova disciplina, la sociologia, che studiava i comportamenti della società.

La sociologia nacque in seno al Positivismo, una corrente di pensiero secondo la quale la conoscenza del mondo doveva basarsi esclusivamente sui dati forniti dall’osservazione diretta dei fenomeni e dalla sperimentazione. Da questo nuovo clima culturale, derivò un atteggiamento di attenzione obiettiva per la realtà sociale contemporanea, una concezione della vita basata sulla legge del più forte.

Il romanzo realistico-sociale

La tendenza al realismo, nasceva dal bisogno di concretezza in un mondo dove la sperequazione economica e la violenza dei conflitti di classe non permettevano che si chiudessero gli occhi di fronte ai problemi quotidiani. Il romanzo risentì così subito del nuovo orientamento e vi si adeguò ispirandosi a vicende e a personaggi. Il romanzo realista e sociale è una narrazione di vicende verosimili, ambientate in luoghi e tempi vicini all’autore; in questo tipo di romanzo, sono messi a fuoco gli aspetti più interessanti e problematici della contemporaneità.

L’esigenza del realismo nasce quindi dal bisogno di cogliere la realtà così com’è e da questo principio gli scrittori scelsero una prosa piana e lineare per mantenere la narrazione nell’ambito di una assoluta oggettività, per cui adottando la presenza di un narratore che si esprime in terza persona, mentre l’autore si riserva pochi spazi solo per i commenti.

Il romanzo, diventa quindi il modo più consueto di far letteratura, gradito da tutti gli strati sociali e con toni assai diversi; si può infatti considerare il romanzo come il genere più adatto ad esprimere gli affetti, i problemi e le condizioni sociali e politiche di una società.

Sul finire del Settecento, si impone un rinnovamento culturale e spirituale, il Romanticismo, movimento che assunse caratteristiche diverse a seconda delle condizioni culturali, politiche e sociali dei paesi. Nel campo del pensiero, furono messi in primo piano, il mondo interiore dei sentimenti, delle passioni, contro il culto della religione stabilito dell’Illuminismo, la religiosità, contro l’ateismo e il deismo illuminista, la storia e la sua funzione educativa e il valore della libertà, sia dell’individuo che delle nazioni. Nel campo letterario, si affermano il principio secondo il quale l’arte deve essere vera e spontanea, e il principio della mescolanza dei generi. Da questi principi derivano generi e prodotti diversi, come la tendenza spiritualista, che dette luogo a una produzione di romanzi di tipo autobiografico e sentimentale e fantastico, o lo storicismo che produsse romanzi storici e realisti, e cioè la rappresentazione della realtà contemporanea.

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