Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono: analisi
Accurata analisi della poesia del Canzoniere di Francesco Petrarca, Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono (2 pagine formato doc)
VOI CH'ASCOLTATE IN RIME SPARSE IL SUONO: ANALISI
Analisi del testo poetico. Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono – Francesco Petrarca - “Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono” è il sonetto che fa da proemio al “Canzoniere”, opera nota anche come “Rerum vulgarium fragmenta”, scritta in volgare da Francesco Petrarca.
La scelta di questo sonetto come introduzione del manoscritto, è dovuta al fatto che il poeta si rivolge direttamente al suo pubblico, come si può notare dal “voi” con cui ha inizio il primo verso della composizione; inoltre l’autore specifica il tema del Canzoniere, cioè l’amore con tutte le sue mutevolezze, in quanto questo sentimento è oscillante tra la solarità scaturita dalla speranza di essere ricambiato ed il dramma derivato dal dolore di non esserlo.
Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono: analisi del testo
VOI CH'ASCOLTATE IN RIME SPARSE IL SUONO: COMMENTO
Riguardo alla concezione del pubblico, egli si differenzia molto da Dante e dagli stilnovisti, in quanto per lui è necessario semplicemente che le persone cui si rivolge abbiano provato l’amore per esperienza personale, nulla importa la classe sociale cui appartengono.
Per tale ragione Petrarca manifesta un amore vero e soggettivo, che dà davvero l’impressione di essere stato vissuto pienamente; al contrario, gli stilnovisti vedevano l’amore come un sentimento aristocratico, noto solo a coloro che possedevano un cuore gentile, fino a farlo apparire quasi come una disputa filosofica, non veramente vissuto, ma solo teorizzato nell’ambito della filosofia.Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono: commento
VOI CH'ASCOLTATE IN RIME SPARSE IL SUONO: ANALISI FIGURE RETORICHE
Per quanto riguarda la struttura del componimento, si tratta di una struttura bipartita: il sonetto è infatti diviso nettamente in due parti: nella prima le due quartine, nella seconda le due terzine. Nel primo caso vi sono rime dai suoni dolci e armoniosi e si parla del pubblico e del contenuto dell’opera (l’amore). Nel secondo caso si ha un certo incupimento di significato, sottolineato dalle rime dai suoni chiusi e aspri, e scaturito dalle sensazioni di pentimento, derisione e vergogna che il poeta prova verso l’amore da lui provato, ch’egli considera come cosa vana, così come ogni attrazione terrena in quanto soggetto alla morte. Questa concezione viene evidenziata maggiormente dall’ultimo verso del sonetto: “che quanto piace al mondo è breve sogno”. Tuttavia lui continua a seguire queste cose vane pur non desiderandolo; non smette perciò di peccare d’accidia, il suo peccato più grande, cioè la debolezza della sua volontà che non riesce a prendere una vera e propria decisione. Petrarca è cambiato dunque solo parzialmente da quando era giovane (come si può ben constatare leggendo l’ultimo verso della prima quartina).