Il Ruolo della Donna nell'Ottocento
Appunti di Letteratura/Italiano sul Ruolo della Donna nell'Ottocento (1 pagine formato doc)
La letteratura di fine Ottocento ci fornisce un modello di donna angelica aggrappato al passato, ma anche una nuova visione della donna, che si ribella alla società, una donna reale e non mascherata come fino allora veniva rappresentata.
Madame Bovary di Flaubert
Emma Bovary rappresenta uno dei modelli di queste donne. La vicenda si apre con la descrizione di suo marito, Charles, che, essendo medico, s’innamora di Emma quando va a curare il padre della donna. Emma è una borghese di provincia che vive di sogni romantici, che non accetta la società del tempo, che non si accontenta del marito. Cerca quindi di evadere da questa monotonia unendosi a diversi uomini, i quali si rivelano anche peggiori del marito, che lei ritiene solo mediocre. Il primo di questi è Leon, un giovane praticante da un notaio, il quale ha i suoi stessi desideri romantici. Il seguente è Rodolphe, che però è un nobile meschino e brutale. Torna Leon e quindi riinizia il loro amore platonico, che finisce, come la prima volta, poco dopo. Prova quindi a ribellarsi a questa situazione drammatica per lei, ma non riesce nel suo intento e inizia a condurre una vita dispendiosa e lussuosa, indebitandosi fortemente con l’usuraio. Decide quindi di far uso dell’arsenico, un veleno per topi, e si uccide, vivendo una morte molto dolorosa.
Tristi amori di Giacosa
La protagonista del romanzo, non a caso, si chiama Emma (richiamo al bovarismo) e soffre di nostalgie romantiche: non le basta, infatti, l’amore del marito Giulio. Si rifugia quindi in un amore adultero con un collaboratore di suo marito, Fabrizio.
Madame Bovary di Flaubert
Emma Bovary rappresenta uno dei modelli di queste donne. La vicenda si apre con la descrizione di suo marito, Charles, che, essendo medico, s’innamora di Emma quando va a curare il padre della donna. Emma è una borghese di provincia che vive di sogni romantici, che non accetta la società del tempo, che non si accontenta del marito. Cerca quindi di evadere da questa monotonia unendosi a diversi uomini, i quali si rivelano anche peggiori del marito, che lei ritiene solo mediocre. Il primo di questi è Leon, un giovane praticante da un notaio, il quale ha i suoi stessi desideri romantici. Il seguente è Rodolphe, che però è un nobile meschino e brutale. Torna Leon e quindi riinizia il loro amore platonico, che finisce, come la prima volta, poco dopo. Prova quindi a ribellarsi a questa situazione drammatica per lei, ma non riesce nel suo intento e inizia a condurre una vita dispendiosa e lussuosa, indebitandosi fortemente con l’usuraio. Decide quindi di far uso dell’arsenico, un veleno per topi, e si uccide, vivendo una morte molto dolorosa.
Tristi amori di Giacosa
La protagonista del romanzo, non a caso, si chiama Emma (richiamo al bovarismo) e soffre di nostalgie romantiche: non le basta, infatti, l’amore del marito Giulio. Si rifugia quindi in un amore adultero con un collaboratore di suo marito, Fabrizio.