"Grammatica latina medievale" di Norberg

Sintesi del manuale di grammatica latina medievale (33 pagine formato doc)

Appunto di pilar19841
NORBERG

Il latino fu all'inizio una lingua di rustici e contadini e parlato solo a Roma e dintorni, ma nonostante questo umile esordio con il passare del tempo divenne veicolo di cultura e parlato in tutta l'area dell'impero occidentale.
Tanto che poche lingue hanno conosciuto un successo così pieno, ma ancora più notevole è la storia del latino dopo la caduta dell'impero, difatti il latino parlato non è mai morto, è cambiato si è differenziato di generazione in generazione dando luogo alle lingue romanze, mentre il latino scritto continuava ad essere impiegato, nelle chiese, nelle scuole, anche se nel medioevo si limitava a una ristretta cerchia di persone di cultura, ma proprio grazie a questo non ha mai conosciuto barriere nazionali, penetrando anche nei pesi di lingua celtica, germanica, ungherese e slava. Fino ai primi secoli dell'epoca moderna, almeno alla metà del 17 secolo, era bagaglio importante di cultura della classe dirigente.
Ancora oggi viene insegnato nelle scuole, usato nelle funzioni liturgiche e le moderne scienze l'hanno usato come base per i propri termini.

Il latino medievale occupa un arco cronologico molto vasto, di circa mille anni, segnato alla fine nettamente dal Rinascimento, mentre sull'esordio è più difficile, perché la lingua latina non è scomparsa per l'entrata dei visigoti o per la deposizione di Romolo Augustolo, ma è un cambiamento molto lento. Per comprendere appieno il mutamento bisogna partire dalla situazione del latino già durante il basso impero.

ALLA FINE DELL'IMPERO

Nel 3 secolo l'impero conobbe alcune crisi, per i barbari come visigoti, Alemanni, Persiani che premevano all'esterno e anche all'interno c'erano rivolte che minavano la compagine romana. Quando i barbari furono respinti e l'unità ristabilita ormai la situazione era modificata. Roma non era più il centro politico e culturale dell'impero, tanto che gli imperatori risiedevano a Treviri, Milano, Costantinopoli, il senato non aveva più peso politico, e la capitale non offriva più agli intellettuali una certa agiatezza.