Lucrezio e il De rerum natura
Analisi e traduzione dei seguenti passi del De Rerum Natura di Lucrezio: "Inno a Venere" (vv. 1-43); "Primo elogio al Epicuro" (vv. 62-79); "Mito di Ifigenia o Ifianassa" (vv. 80-101); "il dolce miele delle muse" (vv. 900-950) (4 pagine formato doc)
L’ “INNO A VENERE”
Il poema della natura di Lucrezia si apre con uno splendido inno a Venere, la divinità simbolo della sensualità, del piacere e della bellezza, invocata come progenitrice dei romani e come principio del piacere.
v. 1-6 Venere è vista come una forza che genera e nutre la vita, diffondendo l’armonia e la serenità in tutto l’universo. Alla divinità vengono attribuiti poteri vivificanti (il risveglio della natura, la sensualità naturale e gioiosa, l’amore). La divinità diventa quindi la personificazione ideale che Lucrezio utilizza per mettere in termini poetici il principio generatore che stava alla base della dottrina epicurea. Infatti tutto l’inno è concentrato attorno a questo principio che mette in moto tutto: dalle stelle(v2 caeli subter labentia signa) alla rigenerazione della natura(v7 tibi suavis tellus summittit flores).
v. 7-20 La presenza di Venere si identifica con l’arrivo della primavera, rigogliosa e feconda, quando terra, mare e cielo sono sereni e pacati, ecco che arriva la Dea , che porta sulla terra una intensa energia vitale che tutti gli esseri avvertono: prima gli uccellini, poi le fiere e gli animali domestici, tutti seguono la dea, dovunque essa voglia condurli, per i mari per i monti e per i corsi impetuosi dei fiumi, per le frondose dimore degli uccelli e per le verdi pianure. Nei loro cuori Venere diffonde la dolcezza dell’amore e fa si che ardentemente propaghino le generazioni secondo le stirpi.Tutto al passaggio di venere sembra animarsi, anche lo stesso paesaggio che ride (v8 tibi rident aequora ponti).
V.21-28 È proprio a Venere che il poeta si rivolge, secondo la consuetudine dei poemi, pregandola di esaudire due richieste: perché soltanto lei riesce a governare la natura delle cose, e senza di lei niente è lieto e amabile (v.21-23). La prima richiesta è di assisterlo alla composizione del poema (v. 25 te socia studio scribendis...conor), il De Rerum Natura (le chiede di essere sua compagna nello scrivere i versi che tenta di comporre sulla natura di tutte le cose).