La condizione femminile a Roma

Appunti sulla condizione femminile a Roma, in particolare la misoginia e l'emancipazione femminile (2 pagine formato doc)

Appunto di miko8555

CONDIZIONE FEMMINILE A ROMA

La condizione femminile a Roma: La donna a Roma ha sempre occupato una posizione inferiore rispetto a quella dell’uomo.

Sottomessa prima al pater familias e poi al proprio marito, la donna era totalmente esclusa dai virilia officia, come attestano molti documenti dell’epoca. Appena dopo la nascita, i bambini, in maggioranza femmine, venivano sottoposte all’esposizione, ossia all’abbandono per malformità, malattia o impossibilità, da parte della famiglia, di garantirgli condizioni di vita adeguate e la dote per un eventuale matrimonio.
Le bambine abbandonate venivano raccolte ed allevate da uomini che le avviavano alla schiavitù o alla prostituzione. A 12 anni le donne erano considerate viripotens, adatte a sposarsi con un uomo sempre scelto dal padre. Al matrimonio precedeva la sponsalia, cerimonia di fidanzamento, con cui la donna riceveva un anello, simbolo di accordo in vista del matrimonio.

Donne e uomini nell'antica Roma, tesina

LA VITA QUOTIDIANA DELLE DONNE ROMANE: IL MATRIMONIO

Esistevano tre tipi di matrimonio:
1-    Confarreatio: prevedeva la dextearum iunctio e la consumazione di un dolce da parte degli sposi.
2-    Coemptio: consisteva in un simbolico acquisto di un bene, che equivaleva a comperare la sposa dal padre della donna. Era quindi una vera e propria cessione di persona dietro pagamento, come la trattazione di uno schiavo.
3-    Usus: si basava sul principio dell’usucapione, secondo cui un bene (la donna) tenuto per almeno un anno da qualcuno, ne divine legittima proprietà.
L’uomo aveva il diritto di punire la propria moglie per vari comportamenti illeciti: i più considerati erano:
-    L’adulterio: scontato con la morte per inedia nel carcere domestico.
-    Bere vino: equivaleva a far entrare in sé un principio estraneo, come nell’adulterio, tant’è che la colpa era la stessa. I Romani temevano che, bevendo vino, le donne avrebbero abortito, fatto assai inammissibile nell’antica Roma, che esaltava in ogni modo la virtù della fertilità, come nei Lupercalia o con l’iconografia. Uno dei valori attribuiti alla fertilità femminile consisteva nella cessione del ventre, per cui un uomo cede in prestito la propria moglie ad un amico, e la nascita di un figlio serviva a rinsaldare l’amicizia tra i due uomini.

Donne dell'antica Roma: tema

DONNE ROMANE ANTICHE: LA SEPARAZIONE

La separazione tra i coniugi poteva essere attuata solamente dall’uomo, ed esistevano 2 modi:
-    Divortium.
-    Repudium: poiché la donna non assolveva la sua funzione principale, quale quella di generare figli, a causa, presumibilmente della sua infertilità, veniva cacciata di casa e ritornava dalla propria famiglia.
Il ruolo della donna sposata, matrona, consisteva nel generare bambini, educarli e tutelarli fino alla loro indipendenza (sui iuris) e oltre.
Il mos maiorum concepisce la donna ideale lanifica, casta, virtuosa, domiseda, pia, univira, proba e fedele.