Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli: la vita, la visione del mondo, la poetica, l'ideologia politica, le opere poetiche, i miti, i temi, le soluzioni formali. (5 pagine, formato word) (0 pagine formato doc)

Appunto di dadina82
- GIOVANNI PASCOLI- GIOVANNI PASCOLI- LA VITA: Nacque a S.Mauro di Romagna, da una famiglia della piccola borghesia rurale abbastanza agiata; era una tipica famiglia patriarcale, molto numerosa; la famiglia fu sconvolta dall'uccisione del padre; sicari e mandanti non furono mai individuati e ciò diede a Giovanni un senso di giustizia bruciante; a questo lutto ne seguirono altri: morirono la madre, la sorella e due fratelli.
Entrò nel collegio degli Scolopi ad Urbino dove ricevette una rigorosa formazione classica che costituì la base essenziale della sua cultura; frequentò la facoltà di lettere all'università di Bologna; negli anni universitari subì il fascino dell'ideologia socialista e partecipò a manifestazioni contro il governo finendo in carcere per qualche mese per essere, alla fine, assolto. Laureatosi iniziò la carriera di insegnante liceale e andò a vivere con le sorelle Ida e Mariù, ricostituendo idealmente quel nido familiare che i lutti avevano distrutto; questo attaccamento morboso alle sorelle gli impediva ogni rapporto con la realtà esterna, in particolare il rapporto con la donna: del rapporto sessuale ha una visione adolescenziale, fatta di turbata attrazione e di ripugnanza; la vita amorosa è un qualcosa di proibito da contemplare da lontano; Era estremamente geloso delle sorelle tanto che il matrimonio di Ida fu visto come un tradimento; allo stesso modo, quando si profilò il matrimonio con una cugina, dovette rinunciarci per la gelosia di Mariù; andò a vivere con la sorella a Castelvecchio di Barga conducendo la vita del professore, tutto chiuso nella cerchia dei suoi studi.
LA VISIONE DEL MONDO: La sua formazione fu essenzialmente positivistica: ciò è ravvisabile nell'ossessiva precisione con cui usa la nomenclatura ornitologica e botanica; ma in lui si riflette quella crisi della scienza che caratterizza la cultura di fine secolo: anche lui non ha più fiducia nella scienza come strumento di conoscenza del mondo in quanto, al di là dei confini raggiunti dall'indagine scientifica, si apre l'ignoto, il mistero, l'inconoscibile verso cui l'anima si protende. Non subentra un sistema concettuale alternativo; il mondo pascoliano appare frantumato: le sue componenti non si compongono mai in un disegno unitario e coerente; non esistono gerarchie d'ordine fra gli oggetti: ciò che è piccolo si mescola a ciò che è grande. I particolari fisici sono filtrati attraverso la visione soggettiva del poeta caricandosi, così, di valenze allusive e simboliche e rimandano a qualcosa che è aldilà di essi; anche la precisione botanica e ornitologica assume valenze simboliche: il termine preciso diviene come la formula magica che permette di attingere all'essenza segreta delle cose. Il mondo è visto attraverso il velo del sogno e perde ogni consistenza oggettiva; si instaurano legami segreti fra le cose che solo abbandonando le convenzioni della visione corrente possono essere colti; la sfera dell'io si confonde con quella della realtà oggettiva, le