Francesco Petrarca
Appunti sull'autore e sulla sua poetica, con analisi metrica, sintattica e stilistica di alcune opere. (10 pg - formato word) (0 pagine formato doc)
PETRARCA PETRARCA Ugo Dotti afferma che con Petrarca nasce la coscienza moderna: con la sua poesia, che rappresenta la fondazione della lirica moderna, viene data voce ad un mondo lacerato e dinamico che è il mondo della nuova interiorità.
Nasce una concezione per cui la scelta del bene non elimina il dubbio: la scelta verso ciò che è giusto si porta dietro un'incertezza e una tentazione verso il peccato mai eliminata. Questa situazione di dilemma (conoscere il bene ma sentirsi risucchiati verso il male) fonda la situazione psicologica della modernità. In Dante questa dimensione non è presente: per lui il viaggio verso il bene è rettilineo e progressivo, non si può tornare indietro. Il cammino di Petrarca, invece, è sinuoso e difficile, spesso si rischia anche di sbagliare strada. Il male è rappresentato dalla passione per i beni terreni che, nel caso del poeta, sono l'amore per la propria poesia e per l'oggetto di essa, ovvero Laura. Egli li riconosce come peccati ma li ama lo stesso perché sono parte di sé: questo è uno dei tratti fondamentali della sua modernità. Con Petrarca la poesia diviene pienamente lirica, cioè voce di un'interiorità soggettiva conflittuale e la lirica diventa il genere centrale della letteratura poetica. Egli rappresenta anche un nuovo tipo di intellettuale. Mentre Dante è un uomo del comune e teorizza l'idea di mettere la cultura al servizio della comunità e di essere politicamente e municipalmente impegnato, Petrarca è un intellettuale pre-umanistico. Egli non appartiene a una città ma mette la sua eccellenza intellettuale e la sua cultura al servizio di un potere che non è quello cittadino, bensì quello signorile. Il signore, in cambio dei suoi servizi (fornire lustro alla corte, essere funzionario e oratore ? ambasciatore), gli offre il sostegno economico senza cui egli non vivrebbe poiché non ha altro mestiere al di fuori della letteratura. Petrarca è anche un clericus: prende gli ordini minori, con cui ha l'obbligo del celibato e può godere di un beneficio dal quale trae sostentamento. Dante aveva una cultura filosofica e teologica sebbene fosse laico, Petrarca ha una cultura letteraria sebbene sia un ecclesiastico ? per lui è più importante la riscoperta della letteratura antica. Egli conduce una vita itinerante e ciò è il riflesso di un'inquietudine morale che si ritrova anche nelle sue poesie. Per lui il rapporto con la realtà concreta e civile è meno importante che per Dante. De Sanctis, infatti, nella “Storia della letteratura d'Italia” (1871) chiama Dante “poeta”, poiché ha una dimensione letteraria che è un tutt'uno con quella civile, etica e politica (è una figura a tutto tondo), e Petrarca “artista”, in quanto è solo un uomo di cultura. Tanto più c'è un divorzio con la realtà concreta, tanto più la dimensione spirituale diventa importante; il primato dell'interiorità si realizza con la lirica e Petrarca ne è un ottimo esempio. La situazione di analisi continua, di sogg