Civiltà comunale: riassunto

La civiltà comunale: riassunto sulla letteratura volgare e latina, luoghi istituzionali, vita comunale e la retorica, poesia popolare e giullaresca, San Francesco d'Assisi, Bonaventura da Bagnoregio, Iacopone da Todi, Tommaso d'Aquino, scuola siciliana, Cielo d'Alcamo, Guittone d'Arezzo, il dolce stilnovo e gli stilnovisti e la nascita della prosa (13 pagine formato doc)

Appunto di siltati

CIVILTA' COMUNALE: RIASSUNTO

La civiltà comunale nel Medioevo.

In Italia, la letteratura volgare nasce in un momento di forte espansione comunale: un’espansione economica che vede un notevole incremento dei traffici mercantili.
Le città sono i centri propulsori di quest’espansione e alcune di loro come Firenze, Venezia, Genova e Milano costituiscono dei veri e propri imperi economici, collocando i propri mercanti in ogni centro commerciale d’Europa e del vicino Oriente
I rapporti tra città e mondo rurale sono strettissimi: l’agricoltura è il solo vero mezzo di sussistenza materiale e la vita delle città si regge su un intenso sfruttamento delle campagne circostanti.
La nobiltà detiene quasi ovunque il controllo politico e militare sulla società ed è pienamente inserita nella vita dei comuni. I mercanti tendono ad investire le ricchezze accumulate mediante le loro attività in proprietà terriere e i più ricchi finiscono per entrare nei ranghi della nobiltà.

La società comunale di Dante Alighieri: tesina

CARATTERISTICHE DELLA SOCIETA' COMUNALE

I.

Letteratura volgare e letteratura latina
Il latino continua ad essere la lingua della comunicazione colta a circolazione europea e dà luogo ad una produzione letteraria ancora ricchissima. Al di là della frantumazione dei linguaggi e delle situazioni particolari delle varie regioni, il latino garantisce la continuità del tessuto culturale del mondo cristiano, permette a chi lo usa di sentirsi parte di una comunità intellettuale senza confini. Questa continuità si realizza però soltanto entro gruppi sociali limitati.
Il latino non è ridotto a lingua letteraria: esso continua ad essere lo strumento di comunicazione della diplomazia e della grande politica. Nel XIII secolo si inserisce progressivamente il volgare, specialmente quando si deve comunicare con quanti non conoscono il latino: così diventano sempre più numerosi gli atti notarili in volgare e in molti centri comunali vengono scritti in volgare i più importanti documenti pubblici; il volgare entra in quella cultura religiosa che intende radicarsi nella concreta vita di tutti i giorni.

Vita di Dante Alighieri: riassunto

LA NASCITA DEI COMUNI

La verità dei dialetti crea molte difficoltà, perché nessuno di essi ha capacità di circolare e diffondersi in tutta la penisola. Per superare queste difficoltà si creano lingue intermedie che non corrispondono al parlato dei territori in cui hanno origine: comincia così la ricerca di una lingua unitaria.
Restano in ogni caso molte incertezze sull’efficacia e sui limiti del volgare italiano. Queste, superate di colpo dalla commedia di Dante, sono testimoniate dalla forte resistenza del latino e dall’ampio uso che in Italia se né fa. Basta ricordare che in francese antico sono scritte due tra le opere più importanti della letteratura italiana del secolo, il Tresor di Brunetto Latini e il Milione di Marco Polo.

Guittone d’Arezzo e i rimatori siculo toscani. La morte di Federico II e il crollo della potenza della casa di Svevia fecero venir meno la corte meridionale e l’ambiente adeguato a quella raffinata poesia. Negli anni ’50 e ’70 si ebbe un vero trapianto della nuova lirica volgare nell’Italia comunale, in particolare in Toscana.