Pablo Neruda: poesie
Parafrasi e commento di alcune poesie di Pablo Neruda: Sono venuto solo per cantare, La united fruit co. e Sono felice (6 pagine formato doc)
PABLO NERUDA: POESIE.
SONO VENUTO SOLO PER CANTARESono venuto solo per cantare. Questi versi sono tratti dal Canto Generale,in cui Neruda ripercorre, quasi in un grande catalogo,le bellezze,la storia,la grandezza dell’America del Sud;grandezza che ha le sue fonti nei lontani e misteriosi imperi degli Incas e dei Maya, le popolazioni scomparse dopo la conquista spagnola. Ma insieme Neruda canta la fragilità,la sofferenza, la dignità di ogni uomo, rivolgendosi a tutta l’umanità,e soprattutto a chi è oppresso.Con pietà quasi religiosa, Neruda cerca nella sua terra le tracce del passato, della sofferenza degli schiavi ignoti.
La loro antica fame è ancora dentro le viscere dell’America,nonostante che questa sia uscita dalle foreste alla luce e al decoro di ciò che chiamiamo civiltà.Neruda conclude il suo canto evocando il lembo estremo del suo Paese, la Patagonia, là dove vorrebbe vivere e morire, fino alla fine ,chiedendo per tutti gli uomini pace e amore.Sono venuto solo per cantare
E ora qui vi saluto,
torno alla mia casa ,ai miei sogni
ritorno nella Patagonia, dove
il vento fa vibrare
le stalle e spruzza ghiaccio
l’Oceano. Non sono che un poeta
e vi amo tutti, e vago per il mondo
che amo: nella mia patria i minatori
conoscono le carceri e i soldati
danno ordini ai giudici.
Ma io amo anche le radici
Del mio piccolo gelido Paese.
Se dovessi morire mille volte,
io là vorrei morire:
se dovessi mille volte nascere,
là vorrei nascere,
vicino all’auricaria selvaggia,
al forte vento che soffia dal Sud,
alle campane comprate da poco.
Nessuno pensi a me.
Pensiamo a tutta la terra, battendo
dolcemente le nocche sulla tavola.
Pablo Neruda: biografia
Io non voglio che il sangue torni
ad inzuppare il pane,
i legumi, la musica:
ed io voglio che vengano con me
la ragazza, il minatore,
l’avvocato, il marinaio
il fabbricante di bambole e che entrino
con me in un cinema e che escano a bere
con me il vino più rosso.
Io qui non vengo a risolvere nulla.
Sono venuto solo per cantare
e per farti cantare con me.
Parafrasi. E ora vi saluto, torno alla mia casa, in Patagonia,dove il vento accarezza le stalle e l’Oceano spruzza ghiaccio.Sono solo un poeta e vi amo tutti: nel mio Paese i lavoratori sono oppressi e l’esercito comanda sopra tutti,anche i giudici.Vorrei nascere nuovamente e morire là, vicino all’albero dell’Auricaria,al vento che soffia e alle nuove campane.Non pensate a me. Pensiamo piuttosto alla nostra terra.Mai più violenza, mai più sangue sparso per il pane di ogni giorno; io voglio che,ciascuno nella sua diversità (siate ragazzi, avvocati o minatori ) , possiate gustare insieme a me i semplici piaceri della vita, nella gioia.Io non sono venuto a risolvere nulla . Sono venuto solo per cantare con voi.
Commento. Il poeta, in questa poesia, esprime il suo amore per la gente della sua terra,dicendo di amarli tutti.Se dovesse mille volte nascere o morire, vorrebbe farlo in Cile, la sua terra .Esprime anche la sua voglia di pace e di non-violenza,condannando chi ha fatto soprusi alla sua Patria. Nonostante questo , dice di non volere risolvere nulla, ma solo farci cantare con lui.
PABLO NERUDA POESIE. LA UNITED FRUIT CO.
LA UNITED FRUIT CO. Un meditato e sofferto atto d’accusa nei confronti dei responsabili del sottosviluppo, una analisi storica spietata, che mette in luce le gravi colpe di certi grandi monopoli industriali: è questa ormai per Neruda la sola strada rimasta aperta ad una poesia che ha ormai rifiutato i “lillà” e le consolazioni facili per assumere pienamente tutte sue responsabilità di lotta.
La united fruit co.
Quando squillò la tromba,tutto
fu pronto sulla terra,
e Geovà spartì il mondo
fra Coca-Cola inc., Anaconda,
Ford Motors, e altre ditte:
la Compagnia della frutta Inc.
si riservò la parte più succosa,
la costa centrale della mia terra,
la dolce cintura d’ America.
Ribattezzò le sue terre
come “Repubbliche Banane”,
e sopra i morti addormentati,
sopra gli inquieti eroi
che conquistarono la grandezza,
la libertà e le bandiere,
istituì l’opera buffa:
alienò il potere,
regalò corone di Cesare,
sguainò l’invidia ,si guadagnò
la dittatura delle mosche,
mosche Trujillo, mosche Tacho,
mosche Carias, mosche Martìnez,
mosche Ubico, mosche umide
di sangue umile e di marmellata,
Mosche ubriache che ronzano
sulle tombe popolari ,
mosche da circo, sagge mosche
esperte in tirannia.
Tra le mosche sanguinarie
sbarca la Compagnia della Frutta
e stracarica di caffè e di frutta
le sue navi che han fatto slittare
come vassoi il tesoro
delle nostre terre sommerse.
E intanto, negli abissi
zuccherati dei porti,
cadevano indios sepolti
nel vapore del mattino:
rotola un corpo, una cosa
senza nome, un numero caduto,
un raspo di frutta morta,
gettata nel marcitoio.
Parafrasi. Quando la tromba squillò, tutto sulla terra era pronto, e Dio suddivise il mondo tra i vari monopoli, tra cui la Compagnia della Frutta si riservò la parte migliore, il Cile.Ribatezzò le terre come “Repubbliche Banane”, e sopra i morti e gli eroi che conquistarono con fatica la libertà istituì una farsa teatrale, così detta per la velocità con cui si svolse: tolse autorità a chi aveva conquistato con il sudore il potere, nominò dittatori, liberò l’ invidia e si guadagnò il favore dei potenti (Trujillo,Tacho,Carias ecc. erano dittatori latino-americani),paragonati a mosche per la voracità dello sfruttamento da essi instaurato, sia al senso di repulsione che essi e i loro regimi suscitano.Tra tutto questo sbarca la Compagnia della Frutta, carica le sue navi delle primizie cilene e se ne va via.E intanto, nei porti, morivano migliaia di Indios come una cosa senza identità né una dignità, come frutta gettata nel marcitoio.