Lo stil novo

Tutto sullo stil novo e sulle caratteristiche stilnovistiche nella Divina Commedia di Dante. (1 pag., formato word) (0 pagine formato doc)

Appunto di farfa
STIL NOVO STIL NOVO Sotto il termine stil novo si intende un gruppo di poeti, che operarono principalmente in Toscana tra il 1280 e il 1310.
Il termine dolce stil novo venne dato posteriormente da Dante nel XXIV canto del Purgatorio dove incontra fra i golosi Bonagiunta Orbecciani da Lucca. L'aggettivo dolce indica sul piano lessicale una maggior chiarezza espositiva in contrapposizione alla forma ricercata e spesso complessa ed oscura di Guittone e dei suoi seguaci. La dolcezza dello stile è dunque un fatto formale, che non pregiudica la varietà e complessità degli stati d'animo, che possono variare dalla lode, dalla gioia tratta dalla contemplazione della donna, all'angoscia, allo sbigottimento, al senso della morte (propri di Guido Cavalcanti). Questi nuovi poeti contrappongono ad una visione dell'amore fondato sui sensi e sull'aspetto esteriore della donna amata, un amore di carattere cristiano.
La donna è vista quindi come colei, che opera beneficamente a livello intellettuale, morale e religioso sull'uomo, come strumento della volontà divina sulla terra, come una donna angelo. L'amore stilnovista, a differenza di quello provenzale, nasce dalla vista diretta degli occhi e si manifesta come una forza potentissima, che provoca nell'animo del poeta uno sconvolgimento di sostanze psichiche, delle quali egli ne prende nota dando un'interpretazione razionale. Il Purgatorio è la cantica in cui risalta quella poesia, che nasce dagli incontri di Dante con alcune anime, che furono in vita personaggi famosi nel campo della cultura e dell'arte, come Casella, Sordello, Oderisi, Stazio. Casella intona il primo verso di una canzone composta da Dante con lo scopo di rasserenare e placare gli animi e in particolare quello dello stesso Dante. Anche nel canto XXIV si apre una parentesi letteraria, che dà modo a Dante di spiegare i canoni del dolce Stil Novo, col pretesto di illustrarli a Bonagiunta. Matelda si presenta come una figura di donna completamente stilnovistica per la gioia profonda che sembra sprigionarsi da ogni atto, da ogni parola: raccoglie i fiori cantando e danzando. PROFEZIE La prima profezia dell'esilio, che il poeta si sente fare nel Purgatorio è di Corrado Malaspina nell'VIII canto, quando gli annuncia, che entro sette anni proverà la cortesia dell'ospitalità della casata dei Malaspina. Anche Oderisi, alla fine dell'XI canto annuncia al poeta che presto sarà mandato in esilio dai suoi concittadini e conoscerà anche lui l'emarginazione e per quell'esperienza di dolore saprà interpretare nel suo giusto valore il gesto del Salvani. L'ultima profezia dell'esilio gli viene fatta da Bonagiunta nel canto XXIV, quando gli annuncia che una tappa del suo peregrinare sarà anche a Lucca, dove l'amarezza della vita gli sarà attenuata dalla presenza di Gentucca. AMICIZIA Mentre nell'Inferno ogni incontro diventa uno scontro se non con il dannato, almeno con il mondo da lui rappresentato, qui il primo incontro si celebra come dolce e cara riscoperta del