Primo Levi: commento alle opere
Commento sulle tre opere più importanti di Primo Levi: Se questo è un uomo, La tregua e Sommersi e salvati (3 pagine formato doc)
PRIMO LEVI: OPERE - COMMENTO
Confronto tra le epigrafi delle sue opere. Se questo è un uomo. La tregua. Sommersi e salvati. Nell'epigrafe di "Se questo è un uomo", attraverso frequenti anafore, è messo in evidenza il contrasto tra vita e non vita, normalità e ribaltamento di ogni valore nel tentativo di distruggere l'uomo sia fisicamente, ma soprattutto moralmente, riducendolo a pura consistenza numerica. A Levi preme che tutta l'umanità si senta partecipe del torto che l'uomo ha subito da parte di un altro uomo e che nessuno debba sentirsi moralmente estraneo alla vicenda di Auschwitz. La testimonianza che Levi ci affida è una lunga meditazione sull'opera di annientamento della personalità umana, che costituisce il primo obiettivo dei campi di sterminio. Ne deriva il categorico imperativo di far sapere, di parlare per sé e per gli scomparsi, di richiamare l'intervento della ragione sulla follia, dei valori sulla passata inciviltà.Primo Levi parla dell'esperienza di ebreo nei lager non come un fatto concluso, un incidente della storia, ma come una vicenda da cui è possibile capire fin dove può giungere l'uomo, ed essendo ciò accaduto non si deve escludere che potrà accadere di nuovo.
Tesina sull'olocausto e Primo Levi
PRIMO LEVI OPERE - LA TREGUA
Nel prologo di "La Tregua" è presente il pensiero, sotto forma di sogno, di poter tornare a casa e raccontare, ma di non essere creduti ed ascoltati. Quindi per Levi il ritorno, come viene premesso nelle dediche al libro "La Tregua" e "Sommersi e salvati, non si riduce solamente al trauma di un inserimento sociale, ma il lager si cristallizza come un segno incancellabile di un tempo catastrofico mai concluso. Rivisitare con la memoria gli incubi del campo di concentramento non nasce dall'entusiasmo del dopoguerra, dalla fiducia nel futuro e da scelte ideologiche, ma dalla volontà di guarire da una violenza interna che "scotta", come dice il prologo di Sommersi e salvati. L'unico modo di liberarsi dalla memoria dolorosa è raccontare non solo per rendere testimonianza, ma per rompere la barriera di incredulità, per chi non è passato in quell'inferno.
SE QUESTO E' UN UOMO
Analogia tra viaggio di Ulisse ed esperienza dei prigionieri del lager in "Se questo è un uomo". Il possibile riscatto dell'umanità, che consiste nel non dimenticarsi della propria natura, nasce in quest'episodio dai ricordi scolastici del canto dantesco di Ulisse, a cui Levi ricorre per parlare della cultura italiana a Jean. La stessa lingua diventa non solo veicolo di cultura, ma soprattutto un vincolo di amicizia, fraternità e umanità in un mondo, come quello del lager, deserto di sentimenti e che, per l'intreccio delle varie lingue, è simbolo di isolamento e confusione di valori. Il significato nascosto dell'episodio è quello di riscattare una realtà disumana, oppressa dall'odio e dalla sopraffazione e di riaffermare la vittoria dell'intelligenza sulla brutalità, la vittoria dell'uomo, con i suoi sentimenti, desideri, ricordi, per mezzo della poesia che è messaggio e conforto. Ulisse è l'eroe dantesco dell'avventura conoscitiva e della ricerca coraggiosa, che non si arrende di fronte all'ignoto e, con l'orgoglio della sua intelligenza e del suo coraggio, si lancia nel "folle volo" contro le forza della natura verso l'infinito, anche se ciò può costargli la vita. L'eroe dantesco nel verso che inaugura l'avventura" misi me per l'alto mare aperto" richiama una scelta di libertà, che diventa trasgressione, anticonformismo e ribellione. Levi si accorge che i versi di Dante sono fatti per se stesso e per Pikolo e per la loro disperata situazione; occorre non vivere come bestie, ma spingere come Ulisse la propria speranza al di là delle Colonne d'Ercole, per morire da uomini con la consapevolezza di ciò che sta accadendo.