Sacra conversazione: significato e analisi
Sacra conversazione: significato e analisi dell'opera di Piero della Francesca (3 pagine formato doc)
SACRA CONVERSAZIONE SIGNIFICATO
Analisi dell’opera.
1.
2. Analisi dei piani spaziali
3. Analisi dei toni cromatici: toni caldi e toni freddi
4. Individuazione:
a. L.O., fughe prospettiche
b. Triangoli delle altezze
5. Analisi del rapporto luce-ombra
6. Analisi dei particolari architettonici e di altri elementi compositivi rilevanti
Sacra conversazione: iconografia
SACRA CONVERSAZIONE PIERO DELLA FRANCESCA ANALISI
Studio sull’autore. Piero della Francesca nasce a Borgo San Sepolcro, in Arezzo, tra il 1415 e il 1420.
Ben presto lascia Arezzo, dopo un primo apprendistato e si trasferisce a Firenze dove lavora a fianco di Domenico Veneziano. Ammiratore della luminosità dei dipinti di Beato Angelico e fedele sostenitore delle teorie prospettiche di Leon Battista Alberti, elabora una mirabile sintesi delle principali esperienze della pittura fiorentina del primo rinascimento. Nei suoi dipinti, Piero della Francesca ricorre allo studio della prospettiva e delle proporzioni fra gli elementi del quadrato, per giungere ad una sempre maggiore fedeltà al reale, tanto che si può affermare che egli ritrasse la “verità”.Studio dell’opera
Autore: Piero della Francesca
Titolo dell’opera: Sacra Conversazione
Periodo di esecuzione: 1472-1474
Soggetto: Vergine, apostoli e angeli, duca di Montefeltro
Oggetto: Conversazione fra la Vergine, gli apostoli, gli angeli e il duca di Montefeltro
Collocazione attuale: Milano, Pinacoteca di Brera
Collocazione originaria: chiesa di S. Bernardino
Dimensioni: 2,48 m x 1,70 m
Tecnica: olio e tempera su tela
Stato di conservazione e restauri: l’ultimo restauro risale al 1981 e ha rivelato che la tavola è stata mutilata di 36 cm alla base e rifilata ai lati, probabilmente per l’adattamento all’altare nella chiesa di S. Bernardino.
Sacra conversazione: significato
SACRA CONVERSAZIONE ICONOGRAFIA
La “Sacra Conversazione” fu commissionata a Piero della Francesca dal duce di Urbino e può senza dubbio essere ritenuta uno dei maggiori esempi della maturità artistica del pittore e una sintesi mirabile delle più importanti esperienze della pittura fiorentina del primo rinascimento.
Nel dipinto si avverte la volontà dell’artista di ricondurre ogni elemento entro linee geometriche ben definite, entro precisi rapporti armonici. L’opera è caratterizzata da una straordinaria unitarietà: tutto converge in una fuga prospettica (che assieme ad un gioco di luci e ombre pone in risalto i volumi) che ha come centro il volto della Vergine, alla quale è riservata la posizione più rilevante. Al di sopra della Vergine, al posto del coro, inserito in una struttura architettonica d’armoniose proporzioni, è posto l’uovo di struzzo, simbolo dell’Immacolata Concezione ed emblema dei Montefeltro, ma che esprime soprattutto una perfetta sintesi tra una pura forma geometrica e un alto grado di luminosità. L’opera ha anche un valore, se non encomiastico, celebrativo della casta dei Montefeltro, rappresentata dalla figura del duca inginocchiato ai piedi della Vergine.