Le città invisibili: recensione e riassunto dettagliato

Le città invisibili: recensione e riassunto dettagliato. Il modello dichiarato delle "Città invisibili" è Il milione, naturalmente rifatto in chiave novecentesca, e quindi testimonianza di spazi mentali e non geografici: narra infatti non di città che si vedono, ma di quelle che non si vedono (1 pagine formato doc)

Appunto di ictus84

LE CITTA' INVISIBILI ITALO CALVINO: RECENSIONE E RIASSUNTO DETTAGLIATO

Le città invisibili – Italo Calvino.

Il modello dichiarato delle Città invisibili è Il milione, naturalmente rifatto in chiave novecentesca, e quindi testimonianza di spazi mentali e non geografici: narra infatti non di città che si vedono, ma di quelle che non si vedono, ma che non per questo non esistono, di Città invisibili, appunto. Kublai Kan e Marco Polo rappresentano le categorie contrapposte della mente umana, la razionalità classificatoria (vuole le mappe di tutte le città, di quelle che esistono e di quelle che non esistono) e la sensibilità in-ventiva (Marco parla di città che probabilmente non ha visto, e al proprio vissuto, a Venezia, cioè a San Remo, sempre fa riferimento).
Ancora una volta il testo è il luogo d’incontro di due prospettive conoscitive interne all’autore, che qui però vuole privilegiare la seconda, usando della prima soprattutto come contraddittorio.

Le città invisibili: recensione libro

LE CITTA' INVISIBILI: RIASSUNTO DETTAGLIATO

Formati da brevi relazioni di Marco (10 nella parte iniziale e in quella finale, 5 nelle intermedie) compaiono infatti 9 blocchi narrativi, ognuno dei quali è racchiuso tra una introduzione e una conclusione nelle quali Kublai e Polo discorrono mentalmente, come sottolinea l’autore, che dichiara così di essersi narrativamente sdoppiato.
Il libro più importante del periodo parigino, del momento cioè, in cui Calvino ricercò un più stretto rapporto fra letteratura e scienza e in cui assimilò lo strutturalismo e la logica combinatoria. Le categorie logiche fondate sull’alternativa binaria, presenti in questo testo, sono, infatti, le stesse impiegate nei calcolatori elettronici. Mediante questo approccio Calvino intende rappresentare ancora una volta, ma in forma più estrema, l’attitudine razionale e ordinatrice di fronte all’infinità del reale. Il testo è composto da nove capitoli, nei quali la cornice in corsivo si alterna a 55 brevi descrizioni. I protagonisti, Marco Polo e Kublai Khan, in dialogo silenzioso, impersonano le due facoltà della mente umana: l’immaginazione e la razionalità.

Le città invisibili: riassunto e recensione

LE CITTA' INVISIBILI: TEMI PRINCIPALI

Marco ritrova nel fondo della memoria, nell'inconscio o nella ragione, le figure di molte città, per raccontarle al Khan, potente imperatore assetato di notizie sul suo impero vastissimo e vicino alla catastrofe. Tutte hanno nomi di donne; essi alludono ad una pluralità di mitologie e formano un itinerario che via via si sdoppia e procede verso disordini e miserie sempre maggiori. Reale e irreale si specchiano l'uno nell'altro con geometrica simmetria: in molte descrizioni il dritto è uguale al rovescio, il dentro al fuori. Gli spazi narrati non sono geometrici ma mentali, appartenenti all'invisibile campo dell'immaginario. Lo scenario è fiabesco orientale, fitto di carovane, spezie, deserti, pastori, donne alla fontana, ma le desolazioni descritte alludono di continuo a quelle ecologiche e sociali, metropolitane e industriali, tipiche della contemporaneità.

Le città invisibili: significato di Despina

LE CITTA' INVISIBILI: SIGNIFICATO

Se tutta la realtà raffigurata nel testo è duplice, se ogni città ha cioè il suo doppio, rovesciato di segno, ogni cosa e valore risultano infine frantumati e spezzati. In tal modo nel testo circola un forte pessimismo e un soggiacente nichilismo, ai quali, come di consueto, Calvino cerca di reagire mediante un atto di volontà: il romanzo termina, infatti, con l’invito alla ricerca di ciò che non è inferno entro “l’inferno che abitiamo tutti i giorni”, al paziente rinvenimento della città ideale entro il caos delle tante città.

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