Adone

Tesina di letteratura italiana sull'Adone di Marino. (2 pagg., formato word) (0 pagine formato doc)

Appunto di leyany
Giardino come locus amoenus è sempre definito come tale sia che secondo l'idea rinascimentale dell'homo faber lo si pensi fin dall'origine designato nell'artifizio o, secondo l'idea inglese del pittoresco, semplicemente ritrovato in natra L'Adone I canti VI-VIII dell'Adone sono dedicati alla descrizione del Palazzo di Venere e del Giardino del Piacere.
Si tratta in realtà di una descrizione allegorica, in quanto il Marino vuole rappresentare la gerarchia dei nostri sensi e il significato della conoscenza sensitiva. In questa prospettiva, la straordinaria ricchezza del poema non sarebbe dovuta soltanto ad una tendenza ad accumulare un materiale disparato in un infinito «catalogo» d'oggetti (Praz) o in una «enciclopedia» dello scibile (Getto) che mira a raccogliere tutte le parole e gli oggetti conoscibili e nominabili, secondo le modalità suggerite dalla viva e spontanea sensibilità dell'autore. La direzione accumulativa che il genere esameronico incarna è imboccata dal Marino con una risolutezza che applica alla lettera il precetto dell'??ρ?????γ?? dell'«evidenza che non tralascia alcun particolare, che non taglia fuori niente e nulla omette».
Il «particolareggiamento» che il Tasso aveva posto a servizio dell'azione e della discesa nella psicologia dei personaggi si proietta nel Marino orizzontalmente, in direzione della raccolta, della catalogazione e del dispiegamento, sicché l'Adone si sostanzia di quell'abbandono dell'azione e del combattimento in cui l'anonimo del Sublime vedeva il sintomo di senilità emergente dall'Odissea di Omero. La “raccolta” messa in atto da Marino seguirebbe un filo logico di natura filosofica e il poema si configurerebbe allora come consapevole proposta di una nuova “teoria della conoscenza”, basata sull'esperienza della sensazione piuttosto che sui presupposti della scienza e della teologia tradizionali. Le modalità compositive dei singoli brani (associazione di realtà diverse tramite l'analogia, creazione di coppie oppositive, sdoppiamento delle immagini, ecc…) si proietterebbero così sull'organizzazione generale dell'opera, che apparirebbe quindi basata sullo stesso procedimento di associazione con cui le singole sensazioni si collegano l'una all'altra nell'esperienza comune dell'uomo, in una catena incessante di associazioni per somiglianza o contrasto all'interno di un flusso continuo di esperienze. Molto vivo è l'interesse per l'anatomia e le funzioni dei singoli organi, che mostra la sua capacità di recezione dei temi e del linguaggio scientifico, naturalmente rielaborato e trascritto metaforicamente (nella descrizione dell'occhio -IV 32 e 33- il Marino riprende la nuova terminologia scientifica proposta nei trattati dell'Acquapendente e del Casseri: la tunica aranea, la tunica uvea, la tunica cornea, l'humor albugineus, sono ridotti ad aragne, corno, acqua e albume, con un procedimento che ripristina metaforicamente gli oggetti cui i nomisti avevano fatto riferimento