Le Operette morali: riassunto
Riassunto di alcune Operette Morali di Giacomo Leopardi: Dialogo della Natura e di un islandese, Cantico del gallo silvestre, Dialogo di Tristano e di un amico e Proposta di premi fatta dall'Accademia dei Silografi (2 pagine formato doc)
LE OPERETTE MORALI: RIASSUNTO
Giacomo Leopardi (1798 – 1837)
Dialogo della Natura e di un islandese (dalle Operette morali).
Decide pertanto di vivere isolato dall’umanità così fastidiosa con l’unica aspirazione di tenersi lontano dai patimenti, non solo spirituali ma anche fisici. Fugge così dall’Islanda, paese tormentato dal gelo e dal vulcano e inizia una vera peregrinazione per tutta la terra alla ricerca di un luogo che, senza dare piacere al suo corpo, non infligga almeno sofferenza ad esso.
Ben presto però è costretto ad ammettere che i patimenti maggiori non sono inflitti dall’uomo all’altro uomo, ma dalla stessa natura che sferza l’umanità col gelo, col caldo, i venti, i terremoti, le malattie, la vecchiaia e la morte.
Le operette morali di Leopardi, riassunto: Dialogo di un folletto e di uno gnomo e Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere
DIALOGO DELLA NATURA E DI UN ISLANDESE
Questo brano è appunto un dialogo tra l’islandese e la natura, in cui l’uomo lamenta tutta la crudeltà delle calamità naturali e si domanda a che serve questa vita infelicissima dell’universo.
La natura risponde che il mondo è un ciclo eterno di produzione e distruzione e che la distruzione è indispensabile alla conservazione del mondo. Piante e animali vengono distrutti per fornire nutrimento ad altri. E quasi a conferma di quanto detto dalla natura , al termine del racconto l’islandese viene sbranato da due leoni affamati, che grazie a tale nutrimento riusciranno a sopravvivere fino a nuova preda.
Già nello Zibaldone Leopardi aveva messo in dubbio che la natura avesse come fine il bene del singolo, ma in questa operetta si dimostra tutto il suo materialismo assoluto e il pessimismo cosmico che abbraccia tutti gli esseri e tutti i tempi.
Le operette di Giacomo Leopardi: analisi e tematiche principali
OPERETTE MORALI RIASSUNTO BREVE: CANTICO DEL GALLO SILVESTRE
Cantico del gallo silvestre (dalle Operette morali). Si tratta di un altro dialogo e questa volta chi pone le domande è un contemplatore dell’umanità posto al di fuori del genere umano. E’ il gallo silvestre i cui piedi poggiano sulla terra e il capo tocca il cielo, che invita gli uomini a non sognare, a non fantasticare ma a considerare la durissima condizione umana. Per quanto ognuno tenti di procurarsi piaceri e benessere, la sola cosa che può ritrovare ogni giorno è l’infelicità. Se anche sulla terra languisse ogni forma di vita, se i buoi non muggissero più, se i prati seccassero, non più il sussurro delle api o delle farfalle, l’acqua, il vento, l’uomo potrebbe essere più infelice di quanto è già? E ancora si rivolge al sole chiedendo se in un solo giorno illuminato da lui, fin dall’inizio dei tempi, ha mai potuto vedere un uomo felice?
La speranza che investe l’uomo ogni giorno, quando al risveglio si illude che possa succedere qualche cosa di buono, è vana e dipende soltanto da un maggior vigore dovuto al riposo che gli darà più forza per accettare le disavventure delle prossime ore.Per ogni creatura è impossibile dunque raggiungere la felicità e solo il sonno eterno della morte porrà fine alla sofferenza. E il tema centrale dell’operetta è appunto la morte che pone fine a tutti gli esseri viventi e a tutte le cose, il processo inarrestabile di decadimento che accompagna ogni essere fin dalla nascita, dunque la distruzione e la morte come leggi universali.
Operette morali: Dialogo della natura e di un islandese - Riassunto breve
DIALOGO DI TRISTANO E DI UN AMICO RIASSUNTO E ANALISI
Dialogo di Tristano e di un amico (dalle Operette morali). Tristano rappresenta Leopardi a colloquio con un amico. L’operetta è di stampo ironico. L’amico commenta l’ultima opera dello scrittore intrisa di infelicità come tutte le altre e con sorpresa apprende che Tristano dopo quello scritto ha cambiato opinione. Egli infatti finge di ritirare le sue concezioni pessimistiche sulla infelicità umana e di abbracciare le opinioni ottimistiche del suo tempo. Avevo sbagliato tutto, dice, la felicità esiste, perché il genere umano non vuol credere alla verità, ma solo a quello in cui gli fa comodo di credere, non vuole vedere la realtà, preferisce vedere quello che gli piace. Quando si è costretti a vivere in un paese è meglio credere che quello sia il paese più bello del mondo.
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