La coscienza di Zeno: analisi del testo e psicoanalisi

La coscienza di Zeno: analisi del rapporto tra Zeno e il binomio salute-malattia, Zeno e la psicoanalisi e le contraddizioni Zeno (3 pagine formato doc)

Appunto di federicacardinali93

LA COSCIENZA DI ZENO: ANALISI

La coscienza di Zeno di Italo Svevo: analisi del testo. Il rapporto tra Zeno e il binomio salute-malattia - È indubbio che il motivo portante del romanzo sveviano sia la malattia: il protagonista infatti, l’inetto Zeno Cosini, appare come un personaggio nevrotico, un malato immaginario che trascorre la sua vacua esistenza tra ripensamenti, rovelli interiori, autoinganni ed alibi, per tacitare l’opprimente senso di colpa, fido compagno del «male di vivere» della sua esistenza.

Tale romanzo psicologico denuncia l’impossibilità di attuare da parte del protagonista l’adagio latino homo faber fortunae suae, dal momento che l’individuo portatore di coscienza non solo non è capace di modificare la realtà ma risulta impossibilitato ad agire nel proprio destino.
La vita viene subita piuttosto che vissuta. Le parole del protagonista ne sono un chiaro manifesto «Ma più che ci pensavo, più originale trovavo la vita. E non occorreva mica venire dal di fuori per vederla messa insieme in modo tanto bizzarro. Bastava ricordare tutto quello che noi uomini dalla vita si è aspettato, per vederla tanto strana da arrivare alla conclusione che forse l’uomo vi è stato messo dentro per errore che non vi appartiene» .

LA COSCIENZA DI ZENO: PSICOANALISI

Il personaggio Zeno si potrebbe “dantescamente” considerare un “ignavo”, escluso dalla vita e incapace di parteciparvi in quanto debole, astenico, fragile, ossessionato dai propri fantasmi interiori; il suo ruolo potrebbe essere ricondotto ad un archetipo letterario famoso, il curato manzoniano Don Abbondio «vaso di terracotta, costretto a viaggiare tra molti vasi di ferro, nato senza artigli e senza zanne» tuttavia la maschera dell’inetto sveviano appare più complessa perché caratterizzata da un continuo anelito alla auscultazione, all’autoanalisi, alla continua osservazione del proprio io.
L’anti-eroe è dunque consapevole dei propri limiti, della propria impotenza, dell’incapacità di vivere e dunque utilizza la malattia come strumento per giustificare la propria inettitudine e al tempo stesso osservare con occhi disincantati le contraddizioni della società borghese che lo circonda.
Il titolo del romanzo fornisce un’ importante chiave di lettura, potrebbe essere interpretato in senso antifrastico, poiché il personaggio dimostra una falsa coscienza, si legga l’autoanalisi data dallo stesso protagonista «entrai nel giardino pubblico e vi passeggiai per una mezz’ora per prendermi il tempo d’intendere meglio le cose. Erano tanto chiare che non ci capivo più niente» . Il romanzo, sulla base della tecnica scrittoria, dimostra un ampio utilizzo del metodo ironico con cui vengono esaminati tipi umani ed ambienti in grado di provocare un distacco, un effetto straniante tra ideali e valori del protagonista contro quelli del mondo borghese in cui è inserito. E’ proprio da questo iato, amplificato dalla malattia, tra l’io del personaggio e la realtà esterna che si realizza quella dicotomia tra la dimensione della sanità fisico-psichica e la tabe letteraria. In ordine a questo aspetto il romanzo può essere letto secondo le categorie “forte-debole” , “attivo-passivo”, “capace-inetto”, “chiaroveggenza-cecità”, “acutezza critica- autoinganno”.

La coscienza di Zeno: analisi e temi trattati

LA COSCIENZA DI ZENO: PERSONAGGI

Zeno è un diverso e la sua fragilità rappresenta uno strumento con cui indagare i rapporti sociali tra i “sani”, ossia il padre, il suocero, la moglie, Ada, Guido e tutti gli altri borghesi che affollano la sua vita. La consapevolezza di essere “malato” non gli consente di sovrapporre perfettamente la sua identità a quella dei “normali” che credono fermamente nelle loro certezze incrollabili, tuttavia nel suo stato di inettitudine è più disponibile alla trasformazione «la vita non è né brutta né bella, ma è originale» . L’esistenza di Zeno appare segnata da un perenne divenire, un moderno panta rei «Già credo che in qualunque punto dell’universo ci si stabilisca si finisce con l’inquinarsi. Bisogna muoversi. La vita ha dei veleni ma poi anche degli altri veleni che servono di contravveleni. Solo correndo si può sottrarsi ai primi e giovarsi degli altri » .

La coscienza di Zeno: analisi del testo