Boccaccio, De La Barca, Moliére, Goldoni e Shakespeare
L'appunto è una sintesi della vita e delle opere di questi grandi scrittori e una breve storia del teatro: Giovanni Boccaccio, Calderòn de la Barca, Jean-Baptiste Molière e William Shakespeare (4 pagine formato doc)
GIOVANNI BOCCACCIO: VITA E OPERE
Boccaccio nacque a Firenze nel 1313, il padre voleva che Giovanni intraprendesse la sua stessa strada e Boccaccio venne mandato a Napoli per compiere un tirocinio bancario e mercantile.
Ma là si avvicinò agli intellettuali e ottenne il permesso della sua famigli per intraprendere gli studi. Nel 1340 tornò a Firenze per la rovina finanziaria del padre, e nel 1948 visse la peste. In seguito fu costretto a vivere in difficili condizioni economiche. Morì nel 1375 dopo essersi ritirato per le critiche violente e la cattiva salute.Siamo nel 1300. Boccaccio dà una svolta alla letteratura, infatti introduce un nuovo soggetto che è la borghesia e non più l’aristocrazia.
Il Decamerone è la prima opera italiana che contraddice e rivoluziona l’impostazione tipica delle opere trecentesche, in quanto si rivolge per la prima volta ad un pubblico borghese, per la prima volta non deve elogiare nessuno. Non educa, né istruisce, ma compie una funzione evasiva.
La cornice del Decamerone è un espediente letterario che era già stato utilizzato da molti autori di novelle, per collegare organicamente i contenuti della narrazione. Boccaccio immagina che 10 giovani fiorentini si ritirino in campagna per sfuggire alla peste e in 10 giornate sviluppano varie tematiche, interpretando ognuno una novella al giorno.
Cisti fornaio. È la storia di un fornaio di nome Cisti, il quale produceva un buon vino. A Firenze, davanti alla sua bottega, passavano i nobili e Cisti voleva attirare l’attenzione di Messer Geri. Geri, dopo aver assaggiato il vino di Cisti e aver constatato che questo è veramente il migliore, dà una festa dove invita tutti gli illustrissimi della città e manda un suo servo a prendere del vino dal fornaio. Il servo è rimandato indietro due volte da Cisti perché questo non vuole dargli il vino, la seconda volta dice che Geri non avrebbe mai mandato nessuno a prendere del buon vino con un fiasco capace come quello del servo. Geri, capito questo, rimprovera il servo. In seguito Cisti porta personalmente il vino al Signore.
Le tematiche sono la nobiltà d’animo dei commercianti borghesi dell’epoca. Infatti Cisti, non versa il vino al servo perché capisce che questo vuole tenersene un po’. Di conseguenza Geri riconobbe il fornaio come un nobile e un amico. Cisti è anche coraggioso, perché è riuscito ad andare contro all’aristocrazia con la ragione.
Chichibio e la gru. Un cuoco tradisce la fiducia del suo padrone per amore e si salva con una battuta astuta. Chichibio il cuoco, cucinò la gru del padrone, ma la sua innamorata gli chiese una coscia di quella gru. Chichibio cede e, quando il padrone vuole delle spiegazioni, risponde che le gru hanno una gamba sola. Il giorno dopo vedono che le gru dormono su una sola gamba, Currado le spaventa e queste volano via mostrando anche la seconda. In pericolo di vita, ormai, Chichibio tenta una via di fuga con una battuta: “se voi ieri sera pronunciavate oh oh, la gru avrebbe alzato anche l’altra coscia” e così venne perdonato.
Le tematiche di questa novella sono l’intelligenza acuta del cuoco che riesce a capovolgere una situazione pericolosa, e lo spirito umoristico del padrone che apprezza la battuta. Le classi sociali meno aristocratiche, sono in grado di gestirsi nelle situazioni difficili.
Frate cipolla. Racconta di un frate, che con il suo modo artistico di raccontare e di parlare, riesce a distogliersi da una situazione creata a suo sfavore.
Frate Cipolla racconta di avere la penna dell’angelo Gabriele e di mostrarla a tutto un paese. Ma due uomini scambiano questa penna con del carbone e al momento della dimostrazione, Frate Cipolla si trova in condizione di cambiare storia e di dire che quel carbone è quello che arrostì S. Lorenzo. Il popolo, ingenuo gli crede per il solo fatto che Frate Cipolla sa parlare bene.
Le tematiche di questa novella sono l’abilità di parlare del frate nonostante l’ignoranza, l’ignoranza vera e propria del popolo che si lascia abbindolare solo perché è un frate, il saper ammettere gli sbagli e la visione critica della religione.
Lisabetta da Messina - La vicenda si svolge nel 1300 a Messina, quando la mentalità era molto ristretta e c’erano molti pregiudizi per chi non faceva parte della stessa classe sociale. Le donne poi, non avevano nessun potere, nessuna autonomia ed erano limitate in ogni decisione, compreso l’amore.
Lisabetta, nobile, ama Lorenzo, povero, i fratelli di lei non vogliono questa relazione e lo uccidono dicendo a lei che è andato via per lavoro. Un sogno, però, le rivela il luogo della sepoltura, lo trova e prende la sua testa, la mette in un vaso da dove crescono bellissime piantine. Lei piange e i vicini lo dicono ai suoi fratelli, i quali trovano la testa e fuggono a Napoli per paura che l’omicidio venga risaputo. Infine, Lisabetta, muore per amore.
Nella novella c’è un forte contrasto tra due classi sociali e questo comporta molti aspetti negativi. Chi paga questo contrasto è Lorenzo, il quale è impossibilitato anche ad amare.
Le tematiche sono: l’amore non deve essere limitato, ogni persona povera o ricca che sia non deve essere limitata nell’amare. Al giorno d’oggi questo contrasto non esiste perché la società si è evoluta con il passare dei secoli. Nel 1300 si credeva ancora che le delusioni d’amore potessero ammalare e portare alla morte chi le provava.
STORIA DEL TEATRO
IL TEATRO - Il teatro nasce in Grecia con due correnti: la tragedia (canto dei capri) che aveva dimensioni profonde dell’animo umano, l’azione scenica è complessa, la conclusione negativa, e la commedia (festa con canti e danze) che metteva in rilievo le debolezze, i vizi e le passioni umane, la conclusione è spesso bella e prende di mira le autorità; entrambe avevano un significato religioso.
1400: gli umanisti recuperarono i testi teatrali classici e li rappresentavano a corte con una funzione celebrativa.
1500: evoluzione con la prospettiva scenica.
1600: c’è la valorizzazione da parte delle monarchie con la funzione di esaltazione del potere.
1700: si recupera l’uso pubblico del teatro con una funzione didattica.
Il teatro è diverso dalla prosa o dalla poesia perché è una rappresentazione, gli attori interpretano i pensieri dell’autore e fanno ciò che lui gli dice.
RECITA A SOGGETTO improvvisazione, non è mai uguale. (libera)
CANOVACCIO ci sono scritte le battute principali, è la traccia di ciò che si deve dire e di come bisogna muoversi. (orientata)
COPIONE divisione degli atti il cui interno è formato da scene, ci sono tutte le battute e anche le didascalie. (determinata).
CALDERON DE LA BARCA: TEATRO
Calderòn de la Barca - Fu un colto letterato che conosceva la letteratura italiana. La letteratura spagnola del 1600 era molto legata al cattolicesimo, anche nel teatro i contenuti erano di significato religioso o morale.
La vita è sogno - Sigismondo, figlio di Basilio re di Polonia, è stato rinchiuso dal padre in una torre e condannato a vivere in uno stato bestiale sotto la sorveglianza di un fido di Basilio, perché a una premonizione aveva rivelato che il figlio sarebbe diventato un crudelissimo tiranno. Così cerca di risparmiare il popolo, ma, colpito dal rimorso, prima di morire, Basilio, vuole mettere alla prova Sigismondo lasciando che per un giorno sia sovrano. Il figlio, immerso nel sonno, viene liberato dalle catene e trasportato alla reggia, il suo spirito, indurito dalle offese della prigionia, si rivela feroce e vendicativo nei confronti del padre e di tutti coloro che lo circondano. Il padre lo fà trasportare addormentato nella torre il suo fido gli fa credere d’aver sognato e lui conclude: “siamo in un mondo così strano che vivere non è che sognare” crede dunque che la vita sia una follia, un’illusione e il bene più grande è piccolo, poiché tutta la vita è sogno e i sogni sono sogni. Sigismondo viene però liberato dal popolo che vuole l’erede legittimo al trono, l’avere sperimentato il mistero e la vanità della condizione umana lo ha reso saggio e buono. Decide di agire secondo il bene e la giustizia.
Il dubbio che si pone Basilio, è: è vera la profezia o se non lo avessi imprigionato non si sarebbe comunque avverata?
La tematica principale è il rapporto tra vita e sogno, non è facile distinguere nella vita, la dimensione reale da quella irreale, perché i due livelli si confondono. La vita, poiché sogno, va vissuta in modo profondamente consapevole e autentico.
È il problema dell’uomo nel capire ciò che vale e ciò che non vale.
Molière: riassunto vita e opere
MOLIERE: VITA, OPERE E TEATRO
MOLIèRE - Nato nel 1622 in una famigli borghese di artigiani al servizio della corte. Il padre volle avviarlo alla professione giuridica che non fece per lui. Si avvicinò al teatro seguendo la sua passione, diventò attore e, tornato a Parigi, scrisse e rappresentò la sua prima commedia originale, satira dei costumi contemporanei. Ebbe successo ma scatenala prima ondata di polemiche che avrebbe afflitto Molière per tutta la vita. Il borghese, mise liberamente in satira la società del suo tempo, falsa, ipocrita e crudele come appariva ai suoi occhi, voleva