Catone l'Uticense: descrizione fisica e morale

Catone l'Uticense: descrizione fisica e morale del personaggio che incontrano Dante e Virgilio nel 1 canto del Purgatorio della Divina Commedia

Catone l'Uticense: descrizione fisica e morale
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CATONE L'UTICENSE

Catone l'Uticense: descrizione fisica e morale
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Nel canto I del Purgatorio, Dante e Virgilio, usciti dal “mar crudele”, quello infernale, giungono sulla spiaggia del monte del Purgatorio, “dove l’umano spirito si purga”. Qui in un’atmosfera chiara e serena, alle prime luci dell’alba, si colloca l’incontro del poeta con il primo dei personaggi del Purgatorio. Si tratta di Marco Porcio Catone, avversario di Cesare, morto suicida in Utica per la sua volontà di essere e restare libero.

CATONE L'UTICENSE: DESCRIZIONE FISICA E MORALE

Questo “veglio solo, degno di tanta reverenza”, che il poeta medievale ha posto come custode del monte, sembra raffigurare più un personaggio biblico che un personaggio classico. Rappresentato maturo e severo, dalla lunga barba brizzolata, così come i capelli, Catone assomma in sé le quattro virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza, temperanza, che gli illuminano il volto, evidenziando la presenza di Dio.

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Paragonato ad un sacerdote, che interroga il penitente, Catone è portatore dell’altissimo messaggio della libertà morale che si attua pienamente in Dio e su cui si fonda ogni altra libertà , anche quella politica. E proprio in virtù di questa libertà morale, considerata come il bene più alto dell’uomo, il suicidio di Catone non viene condannato, anzi fa di lui un martire; Catone, infatti, a differenza dell’altro grande suicida della Divina Commedia, Pier delle Vigne, si salva dalle pene infernali perché è riuscito a scegliere con la ragione la sua via, ha utilizzato il libero arbitrio donatoci da Dio e lo ha preservato come bene supremo, arrivando a sacrificare la sua stessa vita pur di non rinunciarci.
Catone è uno di quegli spiriti che, in vita, hanno tenuto fede ai valori terreni e umani che fanno nobile l’animo secondo le misure insegnate dalla ragione, e proprio per questo motivo il suo corpo diventerà, dopo il giudizio universale, “la vesta sì chiara”.

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