Ferrara di Gabriele d'Annunzio

Analisi del testo poetico "Ferrara" di Gabriele d'Annunzio (3 pagine formato doc)

FERRARA DI GABRIELE D'ANNUNZIO

Ferrara di Gabriele d'Annunzio.

Il poeta elogia la bellezza che un tempo Ferrara possedeva: in primo luogo paragonandola ad una donna che rimpiange la felicità e trova conforto nell'amato; e successivamente, elogia il cielo e le acque del fiume Po dove si specchia la malinconica città. Ricorda la donna, forse simbolo, di una Ferrara sede di umanisti e poeti: Lucrezia Borgia, la quale è ricordata dal poeta come nobile figura dal lieve sorriso; rievoca i conventi, di cui è ricca Ferrara, dove scrisse i suoi versi il poeta Torquato Tasso e, infine, elogia le strade della città che si perdono all'orizzonte e i ricordi della vita spensierata di un tempo che oramai e sepolta.
La struttura metrica del componimento presenta tre strofe di nove versi, dalla misura variabile, con il libero gioco di rime. Le figure di suono, che danno il ritmo alla poesia, sono le allitterazioni con la ripetizione di "loderò", sono presenti delle consonanze (con la ripetizione delle lettere "r", "t", "m", "n") e delle assonanze ("e", "a", "o"); infine, è presente un'onomatopea secondaria: "il fabbro occulto batte sull'incude".

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FERRARA E D'ANNUNZIO

L'espressione "La chiara sfera d'aere e d'acque", sta ad indicare che la città di Ferrara è racchiusa in una sfera dove, al proprio interno, la città è illuminata da un cielo limpido che si specchia nelle acque del fiume Po; mentre l'altra espressione "le tue vie piane grandi come fiumane che conducono all'infinito", indica che le vie presenti a Ferrara sono larghe come i letti dei fiumi e che queste si perdono all'orizzonte, cioè non sembrano avere fine.
La parola presente alla fine della prima strofa, "musicalmente", sta a significare quello che il poeta vuole attribuire alla poesia, cioè cerca di dare vita a tutti i paesaggi con l'uso di parole tenere, e dando alla città un'atmosfera più armonica.

Quest'espressione, "musicalmente", si collega alla parola "loderò", che è citata più volte per allargare la visione di qualcosa che non si riesce a mettere a fuoco, come i ricordi.

FERRARA DI GABRIELE D'ANNUNZIO: ANALISI

Le parole che hanno un significato pacato sono "consolo" (v.13), "placide" (v.17) e "silenzio" (v.23) perché danno un senso di calma all'interno della poesia e una serenità interiore nel poeta; le parole con ritmo ascendente sono "felicità" (v.4), "malinconia" (v.8), "tenue" (v.12), "dolore" (v.16) e "furente" (v.18); mentre le parole il cui suono delle vocali da un ardore cupo "ascolto" (v.23) e "occulto" (v.25).
Il punto della poesia dove è presente l'anima del poeta, è: "E loderò quella che più mi piacque delle tue donne morte e il tenue riso ond'ella mi delude e l'alta imagine ond'io mi consolo nella mia mente". Ho scelto questi versi poiché il poeta, interviene nella poesia, rievocando un fatto che non potrà mai dimenticare per la sua importanza e quindi lo elogia.
All'espressione "sogno di voluttà", possiamo dare l'interpretazione del ricordo di una vita spensierata e allegra che c'era ai tempi della corte dei duchi d'Este.