Odissea, l'inganno della tela di Penelope

Libro II Odissea, L'inganno della tela di Penelope. testo tradotto dal poema omerico

Odissea, l'inganno della tela di Penelope
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L'INGANNO DELLA TELA DI PENELOPE

Penelope svela la sua tela
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Odissea, libro II. L'inganno della tela di Penelope

Allora tutti gli altri stavano in silenzio: nessuno osò rispondere a Telemaco con parole dure.

Solo Antinoo gli rispose: «Telemaco, tu ami alzare la voce e non freni il tuo impulso: cosa mai hai detto! Cerchi di screditarci, vorresti addossarci infamia. Verso di te, sia ben chiaro, non sono colpevoli, tra gli Achei, i Proci, ma la responsabile è tua madre che conosce astuzie più di ogni altro.

Ormai è il terzo anno e presto se ne andrà il quarto, che lei illude il cuore degli Achei. Tutti li lascia sperare e fa promesse a ciascuno mandando ambasciate: ma la sua mente è intesa ad altro. È lei che pensò quest'altro inganno: alzava nella casa un grande telaio e tesseva un manto sottile, ampio.

E disse d'un tratto tra noi: ‹Giovani miei pretendenti, ora che il grande Odisseo è morto, attendete se pur smaniosi di sposarmi, che termini un manto: non vorrei mi si consumassero i fili della trama con uno spreco inutile. È un manto funebre per l'eroe Laerte, per il giorno che lo colga il destino della morte dolorosa. Mi dorrebbe che qualcuna delle Achee nel paese mi criticasse indignata, se avesse a giacere senza la sua coperta, lui che possedeva tanti beni.›

Così parlava: e noi si rimaneva persuasi. Allora durante il giorno andava tessendo la grande tela, ma le notti via via la disfaceva, collocando accanto a sé delle fiaccole. E per tre anni operava in segreto e teneva a bada gli Achei. Ma quando arrivò il quarto anno e fecero ritorno le stagioni, allora una delle ancelle parlò: sapeva dell'inganno.

ODISSEA, LIBRO II, PENELOPE

E noi la sorprendemmo a disfare la splendida tela. Così la dovette finire, anche senza averne voglia, per forza. Ed ora ecco come a te rispondono i Proci: voglio che tu lo sappia bene e lo sappiano tutti gli Achei. Rimanda a casa tua madre, imponile di maritarsi con quello che le dice il padre e a lei piace.

Ma se vuoi tormentare ancora per molto tempo i figli degli Achei, confidando in segreto nei doni che a lei in particolare concesse Atena - ed è vero, lei sa compiere lavori bellissimi con le sue mani, ed ha mente saggia e astuzie come mai alcuna delle donne antiche, a quel che si sente, riuscì ad avere: le Achee, dico, dalle folte trecce che vissero nel lontano passato, Tiro, e Alcmena e Micene dalla bella corona; sì, nessuna di loro aveva l'intelligenza di Penelope - ebbene questa volta tua madre non l'ha pensata giusta. I Proci ti mangeranno il patrimonio e i beni, fintanto che lei ha questo pensiero, quale ora gli dei le suggeriscono. A sé, è vero, procura una grande gloria, ma a te la perdita di molte sostanze. E noi non andremo ai lavori dei campi né altrove, prima che lei si mariti a uno degli Achei, quello che vuole.

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