Kitchen: recensione
recensione del romanzo "Kitchen" di Banana Yoshimoto (1 pagine formato doc)
Kitchen: recensione - TITOLO: Kitchen AUTORE: Banana Yoshimoto ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1991 n° PAGINE: 87 n° CAPITOLI: 2 INTRODUZIONE: non è presente TEMPO DELLA STORIA: il racconto si svolge nel passato TIPO DI NARRATORE: narratore è interno alla storia e si identifica con la protagonista STILE: romanzo sulla solitudine giovanile, quasi rielaborazione letteraria dei fumetti manga LESSICO: assai fresco e originale.
Ci sono, però, alcune parole impossibili da tradurre dal giapponese, che sono, quindi, trascritte secondo il sistema Hepburn e delle quali è presente un glossario alla fine del libro. MESSAGGIO: in questo romanzo è proposto un mondo quasi irreale, ma estremamente possibile.Tsugumi di Yoshimoto: riassunto
La diversità, dopo un primo sgomento, non viene fatta pesare, ma spiegata e accettata. Raccontando la storia di due giovani, soli attraverso le strade della vita, l'autrice sottolinea la necessità di punti di riferimento, che rimangano comunque fermi, qualsiasi siano gli eventi accaduti. TRAMA: Mikage era rimasta orfana quando era molto piccola e da quel giorno aveva sempre vissuto con la nonna. Amava le cucine, prediligeva quelle enormi e incredibilmente sporche ed è nella sua cucina che si rifugiò alla notizia della morte della sua adorata nonna.
Tsugumi: relazione
Dopo un primo momento di solitudine entro nella sua vita quella che sarebbe diventata la sua famiglia: la famiglia Tanabe. Yuchi, un ragazzo timido e impacciato, la invitò a trasferirsi nella loro casa e Mikage accettò considerandola una soluzione temporanea. Alla vista della madre di Yuchi, Eriko, rimase stupita, ma fu ancora più sbalordita quando venne a sapere che in realtà era il padre del ragazzo. La loro storia è strana: la vera madre di Yuchi era morta da molti anni e Eriko, non sapendo cosa fare, decise di diventare donna e di aprire un locale.
L'abito di piume di Yoshimoto: riassunto
Dopo un primo attimo di sconcerto, Mikage accettò con serenità la situazione e si adattò al modo di vivere dei Tanabe. Sei mesi dopo decise di trasferirsi di nuovo in un appartamento tutto suo, dopo aver lasciato l'università e aver trovato un lavoro come assistente ad una maestra di cucina. Una sera ricevette una telefonata da Yuchi: Eriko era morta, uccisa nel suo locale da un pazzo che la perseguitava.