Appunti approfonditi su Leopardi e Verga
approfondimento su biografia, poetica ed opere (17 pagine formato doc)
Appunti approfonditi su Leopardi e Verga - Tre possono essere, del capolavoro del Tasso, le prospettive d'analisi: riconoscimento di una certa poetica strutturale, approfondimento contestuale dei nuclei tematici ed interpretazione psicologica dei personaggi GIACOMO LEOPARDI - VITA Giacomo Leopardi nasce a Recanati nel 1798, da genitori nobili.
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L'avvicinamento alla poesia avviene nel 1815. L'anno seguente (1816) è l'anno della conversione letteraria (di passaggio "dall'erudizione al bello"), in cui più distintamente la vocazione alla poesia si fa sentire: compone, tra le altre, la lirica "le Rimembranze". Si va delineando la figura dell'intellettuale moderno. Nel 1817 prende avvio un diario d'eccezione, lo "Zibaldone dei miei pensieri", destinato ad accogliere appunti e riflessioni di vario genere fino al 1832. Ma in quest'anno Leopardi trova anche un grande amico in Pietro Giordani. Dalla immediata e reciproca stima nasceranno una durevole amicizia e una attivissima corrispondenza epistolare fondamentale per la formazione del poeta. Da questa amicizia scaturisce, nel 1818, anche il "Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica", in difesa della poesia classica. Nel 1819 è colpito da una grave malattia agli occhi, Leopardi medita più volte il suicidio e tenta una fuga da Recanati che viene però scoperta.
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Dal 1820 prende avvio il disegno delle Operette morali; la filosofia leopardiana si sta determinando in chiave negativistica e pessimistica, atea e materialista, come si evince anche da alcune note sullo Zibaldone: la "conversione filosofica" si determina nel triennio 1822-1824. Nel 1822 riesce finalmente a raggiungere Roma, che si rivela però una grande delusione (mediocre livello del dibattito letterario). Torna per questo a Recanati. In questi anni compone L'infinito, La sera del dì di festa, Ultimo canto di Saffo. Negli anni seguenti è a Milano (stipendiato dall'editore Sella), poi a Pisa, poi a Firenze e di nuovo, nel 1828, a Recanati, dove compone alcuni canti, detti pisano-recanatesi (La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia).
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Il padre, il conte Monaldo, un letterato erudito, asseconda gli studi del figlio. La sua formazione avviene grazie a precettori privati e si poggia sulla ricchissima biblioteca privata del padre (quindicimila volumi). Nel 1809, all'età di undici anni, Giacomo compone versi poetici, le prime prose, traduce Odi di Orazio. Gli anni che seguono vedono crescere in progressione il numero dei componimenti in Italiano e Latino, le prime Dissertazioni filosofiche, una traduzione in ottave dell'Ars Poetica di Orazio. Tra il 1809 e il 1816 si svolgono "sette anni di studio matto e disperatissimo", anni che compromettono irrimediabilmente la salute e l'aspetto fisico di Leopardi. In questi anni di studio impara da solo il greco e l'ebraico e acquisisce diffuse conoscenze nelle lingue straniere. LEGGI ANCHE Sintesi sulla poetica di Leopardi
L'avvicinamento alla poesia avviene nel 1815. L'anno seguente (1816) è l'anno della conversione letteraria (di passaggio "dall'erudizione al bello"), in cui più distintamente la vocazione alla poesia si fa sentire: compone, tra le altre, la lirica "le Rimembranze". Si va delineando la figura dell'intellettuale moderno. Nel 1817 prende avvio un diario d'eccezione, lo "Zibaldone dei miei pensieri", destinato ad accogliere appunti e riflessioni di vario genere fino al 1832. Ma in quest'anno Leopardi trova anche un grande amico in Pietro Giordani. Dalla immediata e reciproca stima nasceranno una durevole amicizia e una attivissima corrispondenza epistolare fondamentale per la formazione del poeta. Da questa amicizia scaturisce, nel 1818, anche il "Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica", in difesa della poesia classica. Nel 1819 è colpito da una grave malattia agli occhi, Leopardi medita più volte il suicidio e tenta una fuga da Recanati che viene però scoperta.
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Dal 1820 prende avvio il disegno delle Operette morali; la filosofia leopardiana si sta determinando in chiave negativistica e pessimistica, atea e materialista, come si evince anche da alcune note sullo Zibaldone: la "conversione filosofica" si determina nel triennio 1822-1824. Nel 1822 riesce finalmente a raggiungere Roma, che si rivela però una grande delusione (mediocre livello del dibattito letterario). Torna per questo a Recanati. In questi anni compone L'infinito, La sera del dì di festa, Ultimo canto di Saffo. Negli anni seguenti è a Milano (stipendiato dall'editore Sella), poi a Pisa, poi a Firenze e di nuovo, nel 1828, a Recanati, dove compone alcuni canti, detti pisano-recanatesi (La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia).
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