Machiavelli: vita e opere dell'autore de Il Principe
Vita e opere di Niccolò Machiavelli, autore del famoso trattato politico Il Principe (2 pagine formato doc)
MACHIAVELLI: VITA E OPERE
Il principe - Il principe fu composto, quasi sicuramente, nel corso del 1513. Di due anni posteriore è invece la dedica dell’opera a Piero Lorenzo de’Medici, nipote del Magnifico. La dedica al principe, oltre che un gesto tradizionale per un letterato dell’epoca, rappresenta una chiara rivendicazione, da parte di Machiavelli, della propria professionalità e competenza, in un momento in cui “una grande e continua malignità di fortuna” lo ha privato del suo incarico politico. Machiavelli si rivolge quindi al principe per illustrargli che cosa è un principato, quanti tipi ce ne sono, come si acquistano, come si mantengono e perché si perdono, come egli stesso scrive in una lettera all’amico Francesco Vettori. Sono dunque chiari il contenuto e la finalità dell’opera: essa non è dunque un discorso teorico sul fondamento dello Stato, sulla sua legittimità, sulle sue finalità, ma un’analisi tecnica di come si debba gestire il potere politico.MACHIAVELLI IL PRINCIPE
I primi undici dei ventisei capitoli trattano dei tipi di principati (ereditari, di nuova formazione, misti) e dei modi più adatti a conservarli. L’interesse dell’autore si concentra soprattutto sui principati nuovi, perché in essi è più chiaro ed esemplare il ruolo del principe, che ha acquistato il potere e si trova nella necessità di mantenerlo senza poter contare su alleanze di antica data o sulla forza delle tradizioni. La virtù del principe – cioè la sua capacità di compiere valutazioni corrette e di agire in modo insieme prudente e coraggioso – si accompagna qui alla fortuna, l’insieme delle circostanze storiche che hanno permesso al principe di prendere il potere e di mostrare il proprio valore. La fortuna è arbitra della metà delle nostre azioni e non è eliminabile dalla vita dell’uomo; tuttavia l’audacia e il coraggio del principe – la sua virtù – possono determinare in gran parte il corso degli eventi, piegando anche la sorte avversa (questo dice Machiavelli in un capitolo della sua opera dedicato alla fortuna). L’uomo è quindi, sia pure entro certi limiti, padrone del proprio destino, può essere “l’eroe” degli eventi che lo riguardano: concezioni in cui Machiavelli rivela l’ispirazione rinascimentale del proprio pensiero e della propria visione del mondo.
Istorie fiorentine di Machiavelli: spiegazione
MACHIAVELLI: PENSIERO POLITICO
Dopo aver illustrato le sue affermazioni con numerosi esempi tratti dalla storia e dalla situazione politica contemporanea, Machiavelli ora passa a trattare il problema delle milizie. La forza è un requisito indispensabile dell’azione del principe: coloro che non hanno armi, come dimostra l’esperienza di Girolamo Savonarola, sono inevitabilmente destinati a soccombere. L’apparato militare deve dunque essere una delle principali preoccupazioni di chi regge il potere. Le milizie mercenarie non danno alcun affidamento, ma anzi sono viste da Machiavelli come la causa della crisi italiana. Sono dunque necessarie milizie cittadine, e la difesa dello Stato deve essere affidata a coloro che lo formano: inquadra cioè la via sulla quale si incammineranno tutti gli stati moderni, cioè la creazione di un esercito nazionale.
Passa poi ad enunciare la propria concezione politica, discutendo le qualità che il principe deve possedere per garantire stabilità e sé e allo stato. La riflessione dell’autore nasceva da un’analisi della situazione italiana e dalla volontà di indicare una strada per porvi rimedio. Sosteneva che i problemi politici vanno affrontati analizzando la realtà così come è, senza immaginazioni o travestimenti; la politica è l’arte di raggiungere più facilmente il fine prefisso, escludendo dalla politica sia valori assoluti o universali sia principi di carattere religioso.