Riassunto della poetica e delle opere di Leopardi

Le opere di Leopardi e lo stile poetico-letterario. Riassunto della poetica e opere di Leopardi (8 pagine formato doc)

Appunto di giuligiuli

POETICA E OPERE DI LEOPARDI: RIASSUNTO

Giacomo Leopardi (Recanati, 1798 - Napoli, 1837).

Viene inevitabile il confronto fra le opportunità iniziali ricevute dal conte milanese Alessandro Manzoni e quelle ricevute dal conte recanatese Giacomo Leopardi. Balza agli occhi la differenza tra queste opportunità di partenza nel senso che Manzoni cresce nella città culturalmente più viva d’Italia, in una famiglia di notevoli mezzi finanziari, mentre Leopardi cresce in un piccolo borgo dello Stato politicamente e culturalmente più arretrato d’Italia, lo Stato Pontificio, e in una famiglia fedele all' "ancien regime”.
Tutto ciò creò un senso di disagio in Leopardi, disagio che traspare con evidenza nelle sue lettere, e in particolare da una lettera del 1817 indirizzata a Pietro Giordani, letterato classicista che godeva di larga fama (pag.601).

GIACOMO LEOPARDI POETICA E OPERE

In questa lettera, dopo aver lamentato la sofferenza del suo soggiorno a Recanati, luogo privo di ogni stimolo culturale, Leopardi cita apertamente il sentimento della noia, scrivendo “…tutto il resto è noia”. Con tale termine si deve intendere la profonda insoddisfazione che attanaglia l’animo del poeta, incapace di trovare nella realtà un qualche piacere duraturo. Per Leopardi, la noia, che egli definirà anche come “vizio dell’absence”, è dunque una malattia radicale del suo animo, che lo rende incapace di aderire a una realtà mediocre. In questo senso la noia lo accomuna a tanti intellettuali romantici europei, che cercavano l’evasione proprio per sottrarsi a un presente insoddisfacente; è la stessa noia, che rivivrà, poi, come spleen (angoscia) esistenziale, nella poesia di Baudelaire e nella poesia decadente in genere.

Giacomo Leopardi: riassunto vita, pensiero e opere

LEOPARDI POETICA E PENSIERO

Dunque il tema della noia/absence/spleen attraversa tutta la sensibilità ottocentesca, dai romantici ai decadenti. Inizialmente, Leopardi pensa che il sentimento di noia dipenda solo dal luogo in cui vive e che la felicità sia possibile al di fuori del “natio borgo selvaggio”. Scriverà molti anni dopo, nelle “Ricordanze”, che egli si immaginava ignoti mondi e ignote felicità oltre quei monti e quel mare che lo serravano come una prigione. In realtà il viaggio a Roma non modifica il suo spleen (angoscia) esistenziale, per cui è evidente che la noia non è un fatto contingente, ma è appunto malattia radicale del suo animo.

Leopardi: vita, poetica e opere principali

LEOPARDI POETICA RIASSUNTO

La formazione di Leopardi. Sappiamo che la prima formazione di Leopardi è tutta quanta nel segno dell’erudizione (ha letto tantissimo ma in modo disordinato), fino alla prima conversione “dall’erudito al bello” che avviene nel 1816, quando cioè Leopardi scopre gli scrittori più recenti, la letteratura romantica europea. Addirittura, nel 1818, egli interviene direttamente nell’aperto dibattito classico-romantico, col saggio “Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica” spedito a “La biblioteca italiana”, e mai pubblicato. In esso, Leopardi prende decisa posizione contro il romanticismo, in difesa della poesia di immaginazione. Egli non condivide affatto la tendenza del romanticismo milanese verso la poetica del vero, ritenendo che il realismo uccida le illusioni, di cui la poesia deve farsi portatrice; di contro alla poesia dei moderni, Leopardi difende la poesia immaginosa degli antichi, i quali, nelle loro belle fole, davano vita alla natura, riscaldavano il cuore dell’uomo, liberandolo dalla noia e dai cattivi pensieri.