I promessi sposi: genesi del romanzo

Appunto su I promessi sposi di Alessandro Manzoni: genesi del romanzo, lingua, il sistema dei personaggi e come nasce l'idea dei Promessi sposi (2 pagine formato doc)

Appunto di culobianco

I PROMESSI SPOSI: GENESI DEL ROMANZO

I promessi sposi di Alessandro Manzoni.

Genesi del romanzo. Con "I Promessi Sposi" Manzoni realizza una felice sintesi tra storia ed invenzione, mantenendosi fedele agli studi effettuati sull'epoca trattata e riservando all'invenzione soltanto la creazione dei personaggi . La vicenda è ambientata nel Seicento in quanto questo secolo rappresenta il periodo più cupo della storia italiana, e contribuisce perciò a fornirne una visione pessimistica.
Manzoni concepisce un'opera i cui protagonisti sono gli umili, la massa da sempre trascurata dalla storia e intento principale dell'autore è appunto quello di usare la letteratura per far luce su quei fatti che la storia ha lasciato in ombra.

COME NASCE L'IDEA DEI PROMESSI SPOSI

La prima redazione del romanzo aveva come titolo "Fermo e Lucia" e, cominciato nel 1821, ebbe termine nel 1823. Era un racconto diverso, sotto molti aspetti, da quello della redazione successiva che Manzoni pubblicherà nel 1827. Manzoni, alla fine di questo primo lavoro di scrittura, rimase scontento della sua opera e, dopo averla in parte riscritta, la pubblicò, al termine di una attenta revisione, nel 1827 con il nuovo e definitivo titolo: "I Promessi Sposi". Questi mostrano un equilibrio maggiore rispetto al Fermo e Lucia: è infatti da evidenziare una più armonica proporzione tra le parti, con l'eliminazione di lunghe digressioni, soprattutto storiche, come ad esempio quella riguardante la monaca di Monza, le cui vicende, nella prima redazione costituivano quasi un romanzo nel romanzo. I personaggi, oltre ad assumere un diverso nome, mostrano una nuova e diversa psicologia: la figura dell'Innominato è approfondita e resa più spirituale, don Abbondio da figura umoristica si completa assumendo aspetti più umani e complessi. Dopo il'27 l'autore sottopose il romanzo ad un lungo lavoro di rifacimento del linguaggio utilizzato precedentemente; cercò di renderlo più omogeneo e compatto assumendo come modello la lingua d'uso dei "ben parlanti fiorentini" anche in omaggio alla sua convinzione di difendere la fiorentinità della lingua italiana. Nel 1842 si arriva alla pubblicazione definitiva del romanzo.

I promessi sposi: trama

LINGUA E STILE PROMESSI SPOSI

LA LINGUA. Il problema della lingua è affrontato dallo scrittore in una moltitudine di scritti e di lettere , Manzoni esprime quasi ovunque il suo disagio nel constatare l'eccessivo divario esistente tra la lingua parlata ( che è cioè di carattere regionale e dialettale) e la lingua scritta. I soggiorni a Firenze per la messa a punto linguistica del romanzo lo convinsero che la lingua nazionale ( da usarsi non solo in letteratura, ma anche nella comunicazione sociale) dovesse essere il fiorentino parlato dalle classi colte. Con tale formula egli salvava sia le esigenze dell'uso, giacchè la sua scelta si muoveva verso il parlato, sia quelle della tradizione, giacchè veniva privilegiato il fiorentino, cioè la parlata più vicina alla lingua scritta.
Nel romanzo Manzoni racconta, giudica e commenta senza separare il suo commento in un "cantuccio" come nelle tragedie, ma i suoi commenti seguono le vicende e indirizzano il lettore verso una determinata ideologia.

RENZO E LUCIA I PROMESSI SPOSI

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI. Nel sistema dei personaggi risulta evidente la contrapposizione tra i personaggi: gli umili (Renzo e Lucia) contro i potenti (Don Rodrigo e l'Innominato). A tale contrapposizione di classe corrisponde quella tra valori morali: da una parte gli umili che soffrono, ma restano fedeli ai valori cristiani, dall'altra i potenti per i quali il potere è esercizio della malvagità. Altrettanto importanti sono le funzioni dei quattro uomini di chiesa; anche qui c'è una differenza gerarchica (Gertrude e il Cardinale Borromeo appartengono alla nobiltà, mentre don Abbondio e fra Cristoforo appartengono al ceto umile), ma essa non coincide più con la moralità.