A Zacinto, analisi del sonetto di Foscolo
Breve analisi del testo di A Zacinto di Ugo Foscolo (1 pagine formato doc)
A ZACINTO, ANALISI DEL TESTO
Questo sonetto è un canto d’amore per la terra lontana: il poeta è in esilio e la sua forzata lontananza dalla patria viene filtrata attraverso le immagini luminose del mare greco pieno di leggende e di presenze di divinità e di eroi.La mossa iniziale pare continuare o concludere una lunga meditazione: il poeta si rivolge a Zacinto, isola ionica e sua patria, e chiama sacra quelle rive per due motivi, perché l’isola nell’antichità fu consacrata al culto di Diana e perché gli era molto cara.
Zacinto si riflette sulle onde del mar greco, da cui nacque, secondo la mitologia greca, Venere che rese fertili quelle terre col suo primo sorriso per cui omero, che narrò i viaggi per mare e l’errabondo esilio di Ulisse, non poté fare a meno di cantarne le limpide nubi e i boschi (Iliade, XXIV).
Itaca non era che una petrosa isoletta, uno scoglio; eppure Ulisse, dopo tanti viaggi, arrivando lì ne baciò il suolo come sacro.
A ZACINTO SPIEGAZIONE
Conclude dicendo che Itaca ebbe il bacio commosso di Ulisse, mentre Zacinto non potrà avere che il canto di un esule deluso e impaziente, destinato a morire in terra straniera. Il sonetto comincia con la descrizione della boscosa isola a specchio in un mare limpidissimo e la figura di Venere proveniente dalle onde di questo mare e si chiude con un orrendo presagio di morte in terre lontane.
D’altra parte il Foscolo ebbe una vita tormentata dall’idea della morte.