Cennino Cennini.IL libro dell'arte

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Appunto di annaka
Untitled RELAZIONE DE "IL LIBRO DELL'ARTE" CENNINO CENNINI Il "Libro Dell'Arte", scritto verso la fine del Trecento, ?n documento prezioso per la storia dell'arte, e prevalentemente sotto quest'aspetto ?tato esaminato da critici d'arte, da storici e da letterati che ne hanno colto e posto l'accento di volta in volta sui valori stilistici, storici o filologici.
Esso pu?che essere considerato come una pietra miliare per la storia della tecnica, grazie alle precise e dettagliatissime informazioni da esso offerte sulla preparazione e sull'uso dei colori, delle colle, dei gessi e sui lavori delle arti figurative in generale. Questo trattato non risulta essere soltanto un codice ad esclusivo uso e consumo dei pittori, e non costituisce neanche il primo esempio del genere, ma si distingue da essi per alcune nuove impostazioni, tanto che si pu?rivare ad affermare che il volume apra la storia della letteratura dell'arte in Italia.
Scritto alla fine del sec. XIV in lingua volgare, e probabilmente come dimostra il lessico, nel Veneto, il libro dell'arte di Cennino Cennini si pu?nsiderare per molti aspetti l'ultimo dei ricettari antichi; ma da essi si distacca per la sistematicit?el nuovo tipo di trattazione, che conferisce alla materia un carattere profondamente diverso. Gi?l momento nel quale il Libro ?tato scritto fornisce questa ambiguit?ell'opera; da un lato, nelle ricette, si tramandano le tecniche delle botteghe medioevali; nell'altro, per brevi tratti, appaiono nell'opera addirittura embrionali esigenze del naturalismo umanistico, anche se ancora bloccate in un rispetto della "scuola" che appartiene piuttosto al momento della codificazione che non a quello del sorgere e del crescere dell'arte giottesca. Il Libro non contiene anticipazioni ma rispecchia unicamente la situazione in atto, e di un preciso ambiente, che ?a bottega tardogiottesca di Agnolo Gaddi, presso la quale lo stesso Cennini attua la sua formazione giovanile; infatti non vi sono quasi tracce delle curiosit?uove, tipiche dell'arte cortese e del gotico internazionale, che come sappiamo erano allora molto diffuse nella zona tra Venezia, Padova e Verona; vi si rispecchiano invece ad ogni passo le conoscenze e ed i modo propri della bottega fiorentina gaddiana. Il carattere "corporativo" fra allievo e maestro si manifesta nella lentezza del rinnovamento della tradizione e nell'esigenza di assorbire inizialmente lo stile del maestro, prima ancora di un confronto diretto con la natura: in un certo senso, quindi, la visione del mondo avveniva attraverso una mediazione. La narrazione si apre con un'ode, un canonico richiamarsi alla creazione del mondo e dell'essere umano, dal peccato originale dei nostri padri. Successivamente il Cennini si auto-definisce "Piccolo membro esercitante nell'arte di dipintor? seguita da un'invocazione al Santo patrono dei pittori "Santo Luca evangelista, primo dipintore cristiano". Nel trattato del Cennini traspare soprattutto la grande importanza del disegno com