Il mistero dell'abbazia, di Emma Faelli

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Rizzà Fiorella Relazione del libro “IL MISTERO DELL'ABBAZIA” Sintesi.
In un'abbazia di monaci benedettini, intorno all'anno Mille, viene salvato dalle intemperie un bimbo al quale i monaci danno il nome di Isidoro. Il piccolo viene cresciuto in quell'ambiente austero e misterioso dai monaci che spesso devono usare maniere forti per mettere a freno l'indole curiosa e monella, poiché molte volte cerca misteri e intrighi all'interno dell'abbazia che dovrebbe essere un luogo pacifico e tranquillo.Un giorno, all'età di dodici anni, Isidoro scopre che qualcosa sta cambiando: si sentono rumori all'interno dello Scriptorium, luogo assolutamente proibito a tutti tranne ai due frati ammanuensi e all'Abate, che da un po' di tempo si è fatto taciturno. Quest'ultimo, il ragazzo ed il frate che più di tutti si è occupato di crescerlo, Frate Poldo, decidono di indagare e scoprono anche che dallo Scriptorium mancano libri molto importanti poiché trattanti l'argomento oscuro dell'Alchimia, scienza (considerata da tutti una diceria) che tratta i misteri dell'occulto.
Un giorno Frate Marcolfo, il fabbro, scompare, e, poco dopo la sua scomparsa, l'Abate viene trovato avvelenato. Isidoro e Poldo indagano insieme a frate Anselmo, il medico, e capiscono che l'Abate aveva scoperto qualcosa che avrebbe compromesso il lavoro del malfattore. Durante la notte i due si avventurano per i cunicoli sotterranei e ritrovano Frate Marcolfo, insieme al quale poi decidono di scoprire il rapitore a tutti i costi. Dopo vari inseguimenti scoprono che il colpevole era Frate Savino, che ha ucciso l'Abate ed ha rapito Marcolfo per scoprire i segreti dell'Alchimia… così Savino viene cacciato, poiché non sarà in questo Mondo che verrà giudicato, ma in quello dopo la morte, allora dovrà rispondere delle sue azioni. Così nell'Abbazia la vita torna a scorrere normalmente, e senza che molti frati vengano a conoscenza di tutto l'accaduto. Personaggi. Protagonista Il protagonista è Isidoro, un ragazzino di dodici anni che è stato accudito da quando aveva pochi mesi dai Frati dell'Abbazia. È magrolino e striminzito, pare un bambino di dieci anni, non di dodici. Ha due gambe smilze che quasi chiedono permesso quando escono dai pantaloni, come intimidite dal mondo e da ciò che potrebbero trovarvi. È di statura bassa, insomma proprio un ragazzo piccino, anche se il suo caro amico Frate Poldo non smette di ricordargli che, nonostante piccolo di corpo, il suo spirito e il suo intelletto sono comunque grandi ed importanti. Isidoro ha però dei capelli molto belli, ricci e biondi, e degli occhi cerulei, come quelli degli angioletti che tutti i giorni osserva sull'altare della chiesa. Ma “angioletto” non è l'appellativo più consono alla personalità del ragazzo, che sin da piccolo aveva sempre fatto di tutto per far perdere la pazienza ai Frati: si ficcava sempre dappertutto e danneggiava spesso i loro lavori; non che lo facesse per cattiveria, ma era un po' maldestro. È comu