Requiem, di Antonio Tabucchi

Breve recensione del libro di Tabucchi. (file.doc, 1 pag) (0 pagine formato doc)

Appunto di dolcemaia
Alessandro Forlani Requiem  Con la parola Requiem, ci si riferisce, generalmente, ad una preghiera rivolta ai morti, anche per la derivazione latina (riposo eterno), in questo caso, però, Tabucchi ha deciso di utilizzare questo termine, come titolo per il suo romanzo, sfruttandone una diversa connotazione.
Requiem, non è, infatti, una preghiera, ma il congedo di un uomo da una serie di luoghi e persone, ormai morte, ma che in passato gli erano state molto care. Il testo si basa tutto su un sogno o meglio un allucinazione del protagonista, il quale con il pretesto di rincontrare alcuni “fantasmi”, compie una propria analisi psicologica. La realtà con cui si snoda la vicenda è sorprendente; l'autore riesce a rendere estremamente naturale l'incontro con persone, ormai, scomparse: il protagonista pranza, cena, discute, insomma trascorre le dodici ore in cui la storia ha luogo, con spettri della sua gioventù e il lettore non può e non pensa all'assurdità della situazione.
Il perché di tutto ciò è individuabile nel noto stile di Tabucchi. Il romanzo è ambientato in un'afosa giornata di Luglio a Lisbona, ciò per sottolineare l'ormai dichiarato amore dello scrittore italiano per il Portogallo; il contesto viene descritto in ogni minimo dettaglio: i piatti tipici, per esempio, sono descritti nel contenuto e nel gusto, in più in alcuni punti, l'autore è così minuzioso che quasi sembrano percettibili gli odori e i sapori. La vicenda, in sé per sé, è poco concreta e trascurabile, infatti, l'autore pone più attenzione sullo scavo psicologico del protagonista, il quale viene come sottoposto ad una seduta di psicoanalisi ogni volta che incontra un nuovo personaggio. L'innovazione di questo romanzo tabucchiano, rispetto agli altri, è la figura del protagonista, il quale non è un personaggio ben definito con caratteri distintivi propri, ma è un “indefinito io”. Nello scorrere di questa allucinazione, il protagonista incontra personaggi piuttosto insoliti, vive situazioni ambigue e a volte anche imbarazzanti, il tutto in uno stato quasi di incoscienza; egli capisce cosa sta avvenendo, ma non si scompone, rimane impassibile, quasi freddo, attende il corso degli eventi, intento in una inconsapevole ricerca di se stesso. Il romanzo è molto interessante sia dal punto di vista stilistico, sia dal punto di vista psicologico; le avventure dei personaggi di Tabucchi non possono fare a meno di spingere il lettore ad una propria autoanalisi.