Tre ragazzi immaginari - Enrico Brizzi

Tre ragazzi immaginari: trama del libro di Enrico Brizzi. Con il titolo tradotto da un brano della band The Cure (Three Imaginary Boys), Brizzi ritorna a scrivere della sua Bologna e dei suoi giri di viaggi "acidi" e di after hours (2 pagine formato doc)

Appunto di nutella

TRE RAGAZZI IMMAGINARI: TRAMA

Recensione: Tre ragazzi immaginari di Enrico Brizzi.

Dopo due anni dall’ultimo romanzo “Bastogne” ecco spuntare all’orizzonte della narrativa contemporanea il nuovo lavoro dell’ormai famoso Enrico Brizzi. Il giovane ventiquattrenne, nato a Nizza ma risiedente a Bologna, dove studia Scienze della Comunicazione, ha pubblicato infatti con la casa editrice Baldini & Castoldi, l’entusiasmante “Tre ragazzi immaginari”.
Un’opera ambientata nella Bologna dei nostri giorni, città fatta di amori, amicizie ed avventure che nasconde sotto la cornice quasi “decameroniana” della festa popolare organizzata per il Carnevale, un analisi introspettiva delicata e sottile operata dall’autore su se stesso.
Sono 187 pagine in cui sono descritte minutamente le vorticose vicende del giovane Brizzi: le corse in vespa, il concerto dei Pogues, le assemblee scolastiche, le serate passate con l’Assiro sulle impalcature per la restaurazione di Palazzo Casali e le notti trascorse insieme a Chiara, così dolce...ma allo stesso tempo così brava a farlo soffrire.

Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi: riassunto

TRE RAGAZZI IMMAGINARI DI ENRICO BRIZZI: TRAMA

Ma ad interrompere il vivace racconto, ecco che la narrazione lascia il posto alla riflessione, come se Brizzi stesse proprio chiedendo ai suoi lettori un momento, un attimo, pochi secondi per capire  tutti i suoi ventiquattro anni passati su questa strana terra, sin dall’adolescenza per arrivare a questi giorni, dove lo scrittore si ritrova ad dover affrontare l’eccitante ma contemporaneamente difficile e spaventosa realtà che lo costringe ad ammettere di essere cresciuto. Allo stesso modo, così velocemente come cambia il discorso, si sostituisce ad un linguaggio colorato, vivido, ricco di espressioni dialettali e di “sfumature” tipiche dell’adolescenza un altro lirico, quasi melodico, sfuggente così delicato da stupire i lettori, che, come me, ricordavano “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, suo primo romanzo dove la punteggiatura era praticamente inesistente.

Invece qui sono molte le virgole, molti i punti che, a  mio parere simboleggiano proprio i tanti pensieri che contemporaneamente si affollano nella mente del BRIZZI ma che in qualche modo devono pur esser ordinati.
Tre ragazzi immaginari è un’opera, il cui titolo deriva da una canzone dei THE CURE, in cui si avverte la personalità di un BRIZZI maturato e cresciuto dopo il suo “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” e dopo “Bastogne” ma che comunque, pur diversificandosi dai primi due (che ebbero un grande successo), risulta così gradevole per noi ragazzi incantandoci con la sincerità e la spontaneità del BRIZZI, nuovo talento della narrativa italiana.