Sogno di una notte di mezza estate: testo Atto 3
Testo dell'Atto 3 di Un sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare. Tradotto in forma poetica (1 pagine formato txt)
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE: ATTO 3 SCENA 1
Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare.
Atto terzo. SCENA I. La stessa.La regina delle FATE giace addormentata. Entrano QUINZIO, SNUG,
BOTTOM, FLUTE, SNOUT e STARVELING.
BOTTOM. Ci siam tutti?
QUINZIO. Si, sì; ed ecco un luogo a proposito per far la nostra prova. Questo verde prato sarà Il nostro teatro e questa siepe il nostro luogo per ripararci; e reciteremo Il nostro dramma come se fossimo innanzi al duca.
BOTTOM. Pietro Quinzio...
QUINZIO. Che dici, bovino Bottom?
BOTTOM. Vi sono alcune cose in questa commedia di Piramo e Tisbe che non possono piacere. Prima, Piramo deve sguainar la spada per uccidersi, cosa che non può andar a' versi delle dame. Che rispondete a ciò?
SNOUT. Per la Vergine! ei risveglierà un gran terrore.
STARVELING. Penso che rimettiamo il suicidio all'ultimo, allorché tutto sarà finito.
BOTTOM. No, pel Cielo! ho un espediente per conciliare ogni cosa. Scrivete un prologo che sembri dire che non vogliam far male a nessuno colle nostre spade, e che Piramo non è ucciso da vero: per maggior sicurezza aggiungete che io, che riempio le parti di Piramo, non son Piramo, ma Bottom il tessitore. Così si dissiperà ogni timore.
QUINZIO. Ebbene, faremo questo prologo, che verrà scritto in versi di sei o otto sillabe.
BOTTOM. D'otto, d'otto, è meglio.
SNOUT. Non avran paura le dame del leone?
STARVELING. Io ne ho sospetto.
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE DI SHAKESPEARE, TESTO ATTO 3
BOTTOM. Dovete pensare, signori, che il condur sulla scena, Dio vi protegga! un leone fra placide donzelle, è una delle più terribili cose: perocché non vi è uccello più formidabile del leone, e a ciò si vuoi badare.
SNOUT. Ebbene, un altro prologo per dire che non è un leone.
BOTTOM. Conviene che proferiate il nome dell'attore, e che mostriate la metà del suo volto traverso al collo del leone stesso; e convien ch'egli parli, e dica presso a poco così: " Signori, o belle " signore, desidererei, richiederei, o vi supplicherei che non temeste, " che non tremaste, perocché io rispondo della mia vita colla vostra. " Se credete ch'io venga qui come leone, credereste ch'io volessi porre " a rischio la mia esistenza. No, un leone non sono; sono un uomo come gli altri ". E allora per provarlo dica il suo nome, e annunzi apertamente ch'è Snug il legnaiolo.
QUINZIO. Sta bene, si farà così. Ma vi sono due altre così difficili; la prima, d'introdurre il chiaro di luna in una camera, perché ben sapete che Piramo e Tisbe s'incontrarono al chiaro di luna.
SNUG. Splenderà la luna la sera della nostra rappresentazione?
BOTTOM. Un lunario, un lunario! Guardate all'almanacco; trovate il chiaro di luna, trovate il chiaro di luna! -
QUINZIO. SI, quella notte splenderà.
BOTTOM. Allora potete lasciare aperta una finestra della camera in cui recitiamo, e la luna vi passerà per mezzo.
QUINZIO. SI; oppure uno può venire con un fascio di spini e una lanterna e dire che viene per figurare o sfigurare il personaggio di chiaro - di - luna. Ma vi è un'altra cosa: dobbiamo avere un muro nella camera, perché Piramo e Tisbe, dice la storia, cianciavano fra i crepacci di una muraglia.
SNUG. E' impossibile portare un muro sulla scena. Come si può fare, Bottom?
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