I suoni del linguaggio
Sintesi del libro "I Suoni del Linguaggio" di Nespor e Bafile (21 pagine formato pdf)
SUONI E SIGNIFICATO
La competenza di una lingua parlata consiste nella capacità di usare i suoni per trasmettere significati. I gruppi più o meno lunghi di parole compresi tra due pause sono chiamati enunciati. L'utilizzo di una lingua parlata, tanto nella produzione quanto nella comprensione, richiede la capacità di controllare singolarmente i suoni, detti anche segmenti, all'interno dell'enunciato.
Un singolo segmento non ha significato di per sé, ma determina quello della parola di cui è parte, ed è per ciò detto distintivo. Due parole che si differenziano per un solo suono formano una coppia minima (faro varo). L'insieme dei suoni utilizzati dalle lingue in funzione distintiva è chiamato inventario segmentale o fonologico (generalmente costituito da un numero di suoni compreso tra i 20 e i 40).
Acquisire l'inventario fonologico di una lingua significa arrivare a possedere una rappresentazione mentale di tutti i suoni distintivi che formano le parole di quella lingua. Infatti, per comprendere una lingua orale, il parlante deve saper ricondurre la varietà di suoni che percepisce alle unità che costituiscono il suo inventario mentale. Tale operazione è favorita da una sorta di filtro uditivo che porta ad ignorare certe piccole (insignificanti) differenze contenute nel segnale acustico (percezione
categoriale).
Il concetto di suono linguistico si dispiega su due livelli, quello concreto, le cui unità sono chiamate foni (rappresentati tra parentesi quadre [ ] ), ed uno astratto, le cui unità sono dette fonemi (rappresentati tra barre oblique / / ). A ciascun fono corrisponde un fonema sul piano mentale. Un fattore determinante la qualità fonetica è quello del contesto (la vicinanza ad altri suoni). A seconda del contesto in cui è situato ciascun suono, possono presentarsi varie situazioni
La competenza di una lingua parlata consiste nella capacità di usare i suoni per trasmettere significati. I gruppi più o meno lunghi di parole compresi tra due pause sono chiamati enunciati. L'utilizzo di una lingua parlata, tanto nella produzione quanto nella comprensione, richiede la capacità di controllare singolarmente i suoni, detti anche segmenti, all'interno dell'enunciato.
Un singolo segmento non ha significato di per sé, ma determina quello della parola di cui è parte, ed è per ciò detto distintivo. Due parole che si differenziano per un solo suono formano una coppia minima (faro varo). L'insieme dei suoni utilizzati dalle lingue in funzione distintiva è chiamato inventario segmentale o fonologico (generalmente costituito da un numero di suoni compreso tra i 20 e i 40).
Acquisire l'inventario fonologico di una lingua significa arrivare a possedere una rappresentazione mentale di tutti i suoni distintivi che formano le parole di quella lingua. Infatti, per comprendere una lingua orale, il parlante deve saper ricondurre la varietà di suoni che percepisce alle unità che costituiscono il suo inventario mentale. Tale operazione è favorita da una sorta di filtro uditivo che porta ad ignorare certe piccole (insignificanti) differenze contenute nel segnale acustico (percezione
categoriale).
Il concetto di suono linguistico si dispiega su due livelli, quello concreto, le cui unità sono chiamate foni (rappresentati tra parentesi quadre [ ] ), ed uno astratto, le cui unità sono dette fonemi (rappresentati tra barre oblique / / ). A ciascun fono corrisponde un fonema sul piano mentale. Un fattore determinante la qualità fonetica è quello del contesto (la vicinanza ad altri suoni). A seconda del contesto in cui è situato ciascun suono, possono presentarsi varie situazioni