Relazione sul Diario di Anna Frank

Relazione sul libro Diario di Anna Frank. Riassunto e temi affrontati (3 pagine formato doc)

Appunto di proenry

RELAZIONE SUL DIARIO DI ANNA FRANK

Relazione sul libro Diario di Anna Frank.

Anna nacque a Francoforte sul Meno (Germania) il 12 giugno 1929. Il padre Otto Frank, nato il 12 maggio 1889, proveniva da una famiglia molto agiata ed ebbe un’educazione di prim’ordine. Purtroppo gran parte del patrimonio familiare andò perduto, a causa dell’inflazione, durante la prima guerra mondiale, in cui combatté valorosamente. Alcuni anni più tardi, nel 1925, Otto sposò una ragazza ebrea di ottima famiglia e un anno dopo nacque la loro primogenita Margot.
In seguito alle leggi razziali il signor Frank decise di trasferirsi ad Amsterdam insieme alla sua famiglia. Il cognato, che viveva a Basilea, era funzionario di un’importante azienda, la Traviers & Co., che aveva una succursale ad Amsterdam, propose Otto come dirigente e, da allora, gli affari della filiale olandese della ditta prosperarono.
Le due figlie crebbero spensierate: Anna era molto più vivace, arguta ed estroversa, ispirava simpatia solo a guardarla. La maggiore era la preferita della madre, mentre la minore era, chiaramente, la “cocca di papà”, al quale andava rassomigliando sempre di più, sia moralmente, sia fisicamente.

Anna Frank, commento al film

DIARIO DI ANNA FRANK, RIASSUNTO

Le cose iniziarono a complicarsi dal maggio del 1940: i nazisti invasero l’Olanda e, per gli ebrei, iniziarono i tempi duri. Dovettero consegnare le biciclette, dovevano portare cucita addosso la stella giudaica, non potevano possedere l’automobile, non potevano usufruire del tram, dovevano fare la spesa solo in negozi autorizzati, non potevano uscire dopo le ore venti. Margot ed Anna furono iscritte al Liceo ebraico e continuarono a condurre una vita sociale molto intensa, grazie agli sforzi dei genitori, che facevano di tutto per non far pesare alle figlie questo nuovo stato di cose. Il padre stava cercando un posto sicuro dove rifugiarsi, poiché numerose famiglie ebree sparivano nel nulla e correvano voci sulla creazione delle “camere a gas”. Nel mese di luglio una lettera gettò i Frank nel panico: era una convocazione per Margot, con l’ordine di presentarsi per un lavoro ad “est”. L’intera famiglia si trasferì nel “rifugio” trovato dal padre, un appartamento proprio sopra gli uffici della ditta il cui ingresso era nascosto da uno scaffale girevole, contenente alcuni schedari e a loro si aggiunsero altri rifugiati. Tutto sommato le condizioni dei rifugiati, erano relativamente tranquille. Al contrario di molti altri ebrei, avevano persone fidate su cui poter contare.
Dal 5 luglio 1942 le due famiglie vissero recluse nell’alloggio segreto, senza mai vedere la piena luce del giorno per via dell’oscuramento alle finestre, l’unico pezzetto di cielo poteva essere intravisto dal lucernaio della soffitta, dove tenevano ammucchiati i viveri, come fagioli secchi e patate.
Il diario di Anna è una cronaca preziosissima dei giorni di quei tragici due anni: una descrizione di due famiglie costrette a convivere in pochi metri quadrati di spazio con  il costante terrore di essere scoperti. Del resto le notizie che arrivavano dall’esterno erano spaventose: intere famiglie ebree, fra cui molti amici dei Frank e dei Van Daan, erano state arrestate e deportate nei campi di concentramento, da cui, correva voce nessuno era mai uscito, né vivo, né morto.

TEMI AFFRONTATI NEL DIARIO DI ANNA FRANK

Nel libro Anne ci descrive i caratteri degli altri reclusi; parla di Hermann Van Daan con cui litigava sempre, invece andava molto d’accordo con Margot, di Petronella Van Daan che in certe giornate non si può nemmeno guardare in faccia, del dottor Dussel che è antiquato e pedante, pignolo in maniera esasperante, perfino negli orari in cui si ritira nella toilette, porta occhiali di corno, pantaloni tirati fino al petto, giacca rossa e pantofole nere. Discorso a parte meritano i rapporti di Anna con Peter, descritto all’inizio come uno sciocco che non ha ancora sedici anni, noioso e timido, dalla cui compagnia c’è poco da aspettarsi e che poi diventò il confidente della ragazza. Erano soli in un  mondo di adulti ed entrambi bisognosi d’affetto. Ma Anna, pur continuando a rimanere affezionata al ragazzo, se ne distaccò molto presto.