Psicologia dell'apprendimento e dell'istruzione: riassunto

Riassunto completo del manuale, molto utile per preparare l'esame universitario, di Psicologia dell'apprendimento e dell'istruzione (48 pagine formato doc)

Appunto di puccy

PSICOLOGIA DELL'APPRENDIMENTO E DELL'ISTRUZIONE: RIASSUNTO

1.

Capitolo. Approcci classici allo studio dell'apprendimento scolastico. 1.L’apprendimento è un cambiamento che si manifesta in un individuo per effetto dell’esperienza. Gli esseri umani, comunque, apprendono così tanto dal primo giorno di vita che apprendimento e sviluppo sono legati inseparabilmente. Il cambiamento può riguardare il comportamento o la conoscenza, e si manifesta in molti modi, solo alcuni dei quali sono intenzionali. Qui consideriamo l’apprendimento in contesto scolastico, in cui dovrebbe generarsi intenzionalmente e non incidentalmente.
Un tema centrale della psicologia dell’educazione è costituito dai processi e dalle dinamiche di apprendimento – insegnamento; infatti si parla di psicologia dell’istruzione, per riferirsi a quell’ area di studio scientifico sull’acquisizione di conoscenze, abilità e atteggiamenti in contesti di istruzione.
Psicologia dell’educazione e dell’istruzione, spesso vengono usati come sinonimi.
La nascita della psicologia dell’educazione risale ai primi anni del XX sec, quando sono stati pubblicati le prime opere di Thorndike. Dai primi decenni, quindi, la psicologia dell’educazione/istruzione è un terreno di studio finalizzato a rendere più appropriati ed efficienti i rapporti tra apprendimento,m processi e contesti di istruzione.
Snow e Swanson sono importanti per la loro teoria dell’apprendimento costituita da 5 componenti essenziali:
     descrivere gli obiettivi dell’istruzione in un determinati ambito, corrispondenti agli stati finali a cui si desidera pervenire;
     descrivere gli stati iniziali che caratterizzano gli studenti in quell’ambito;
     esplicitare i percorsi di transizione dagli stati iniziali a quelli finali;
     specificare le condizioni che l’istruzione deve creare per realizzare la transizione;
     accertare gli effetti prodotti dagli interventi di istruzione.

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2. Approccio comportamentista. La nascita del comportamentismo viene fatta risalire al 1913, anno in cui comparve negli Stati Uniti un articolo di Watson, in cui lo studioso affermava la necessità di rifondare la psicologia su basi scientifiche. Solo i comportamenti, ossia atti esteriori, direttamente osservabili, definibili in termini di risposte di un organismo agli stimoli ambientali, da quelle più semplici a quelle più complesse, dovevano costituire oggetto di studio della psicologia. Il movimento si chiama comportamentismo proprio per la scelta del contenuto da studiare.
Il comportamentismo enfatizzava fortemente il ruolo dell’ambiente, assumendo una posizione totalmente critica nei confronti dell’innatismo: le esperienze compiute da un individuo potevano rendere conto del suo comportamento e anche il comportamento più complesso era riconducibile a una lunga catena di apprendimenti successivi. Da qui deriva l’importanza attribuita all’apprendimento: predisponendo un ambiente in maniera adeguata, si possono forgiare tutti i comportamenti desiderati in un individuo. L’APPRENDIMENTO NON E’ CHE LA CONTINUA CREAZIONE DI NUOVE ASSOCIAZIONI TRA STIMOLI DELL’AMBIENTE E RISPOSTE DELL’INDIVIDUO.