Piaget: teoria dello sviluppo

Appunti di psicologia dello sviluppo e dell'educazione sulla teoria dello sviluppo di Jean Piaget (4 pagine formato doc)

Appunto di msansalone

PIAGET, TEORIA DELLO SVILUPPO

Secondo la teoria dello sviluppo di Piaget, nello sviluppo cognitivo si verificano delle modificazioni scandite da fasi, che sono caratterizzate da una struttura cognitiva che corrisponde ad una modalità di organizzazione del pensiero.
La fase o stadio è definita come il periodo di tempo in cui il pensiero e il comportamento del bambino risentono di una struttura che sta alla base.

STADI DI PIAGET, SCHEMA

Esistono delle caratteristiche comuni alle varie fasi.

La prima è che ogni fase è caratterizzata da un insieme di operazioni connesse in modo da formare una totalità.
Gli stadi poi seguono un ordine prestabilito ed è impossibile saltare uno stadio per accedere al successivo.
La prima fase di sviluppo del bambino, che va da zero a due anni, è definita periodo senso-motorio. Secondo la prospettiva di Piaget, il bambino già in questa fase è dotato di intelligenza, perché affina sempre maggiormente le sue abilità percettive e motorie in modo da adattarsi in modo migliore all’ambiente.

Jean Piaget: teoria stadiale

FASE SENSO MOTORIO, PIAGET

Lo stadio senso-motorio viene suddiviso in sei sottofasi. La sottofase che va da zero a due mesi è caratterizzata dalla presenza di riflessi di tipo congenito, come il riflesso pupillare in risposta alla luce e la suzione.
Certi riflessi poi si consolidano (consolidamento funzionale), ossia il bambino li esercita sempre con maggiore sicurezza, in modo poi da porli in essere nei confronti di altri oggetti (assimilazione generalizzatrice). Alla fine dei due mesi si verifica l’acquisizione, in cui il riflesso si integra con altri aspetti senso-motori, come nel caso del bambino che porta alla bocca il pollice per succhiarlo.
Il secondo sottostadio è quello delle prime abitudini e delle reazioni circolari primarie, che va dai due ai quattro mesi. La reazione circolare primaria è la ripetizione di un’azione casuale che il bambino pone in essere per ottenere risultati gradevoli. Il centro di tali azioni è il proprio corpo.
In questo modo si costruiscono le prime abitudini. L’abitudine non è tuttavia intelligenza perché il bambino non è ancora in grado di distinguere tra mezzi e scopi.

GLI STADI DI PIAGET

Il terzo sottostadio, che vai dal quarto all’ottavo mese, è quello delle reazioni circolari secondarie. In questo stadio il bambino orienta i suoi comportamenti verso l’ambiente esterno, cercando di afferrare gli oggetti ed osserva i risultati delle sue azioni. Le azioni, anche in questo stadio, sono rinvenute casualmente dal bambino. All’interno di tale stadio il bambino acquisisce un’abilità importante, rappresentata dal coordinamento della visione con la prensione. Il bambino, pertanto, cerca di conservare l’azione eseguita nei confronti dell’ambiente esterno attraverso la ripetizione. Anche in questa sottofase non si può parlare di comportamento intelligente, in quanto le azioni sono scoperte per caso e contemporaneamente al risultato.
Il terzo sottostadio è quello della coordinazione degli schemi secondari e l’applicazione a situazioni nuove.